
Nosferatu – Il vampiro
Nosferatu, eine Symphonie des Grauens
Durata
94
Formato
Regista
Il giovane agente immobiliare Thomas Hutter (Gustav von Waggenheim) parte per concludere un importante affare e raggiunge il castello del misterioso conte Orlok (Max Schreck) nei Carpazi. Presto, scopre che il cliente con cui sta trattando è un vampiro e decide così di fuggire e tornare a Brema, ma Orlok lo precede e si imbarca su una nave, disseminando vittime. La fidanzata di Hutter, Ellen (Greta Schröder), è pronta a sacrificarsi pur di fermare l'avanzata del mostro.
Liberamente ispirato al romanzo Dracula di Bram Stoker (cambiando i nomi dei personaggi per eludere il pagamento dei diritti d'autore), una vera e propria sinfonia dell'orrore (come enunciato nel titolo originale) e uno dei più alti risultati dell'estetica espressionista. È proprio attraverso lo stile, con un uso insolito delle inquadrature e audaci soluzioni visive (la foresta attraversata da Hutter ricreata grazie alla proiezione di tratti di pellicola negativa; il movimento ballonzolante della carrozza che raggiunge il castello di Orlok ottenuto con un sistema di inquadrature girate fotogramma per fotogramma) che F.W. Murnau costruisce un immaginario spettrale, inquietante e indimenticabile. Capolavoro metafisico, permeato da un costante senso di morte e di sospensione onirica, ritratto allucinato di un'umanità agonizzante, inerme e fragile, predisposta ad essere sopraffatta dal male. Attraverso l'uso massiccio di esterni, inoltre, Murnau sottolinea la dimensione oscura e malefica che accompagna la natura circostante, intrisa di nebbia e sinistre atmosfere. Straordinaria la prova di Max Schreck (il cui cognome significa, curiosamente, paura), minacciosa presenza rimasta indelebile nell'immaginario collettivo, demoniaca creatura notturna non molto dissimile dai ratti che seguono i suoi ordini, capace di incutere terrore e angoscia con un semplice sguardo. Werner Herzog ha girato l'ottimo remake, Nosferatu, il principe della notte (1979), con Klaus Kinski nei panni di Orlok/Dracula.
Liberamente ispirato al romanzo Dracula di Bram Stoker (cambiando i nomi dei personaggi per eludere il pagamento dei diritti d'autore), una vera e propria sinfonia dell'orrore (come enunciato nel titolo originale) e uno dei più alti risultati dell'estetica espressionista. È proprio attraverso lo stile, con un uso insolito delle inquadrature e audaci soluzioni visive (la foresta attraversata da Hutter ricreata grazie alla proiezione di tratti di pellicola negativa; il movimento ballonzolante della carrozza che raggiunge il castello di Orlok ottenuto con un sistema di inquadrature girate fotogramma per fotogramma) che F.W. Murnau costruisce un immaginario spettrale, inquietante e indimenticabile. Capolavoro metafisico, permeato da un costante senso di morte e di sospensione onirica, ritratto allucinato di un'umanità agonizzante, inerme e fragile, predisposta ad essere sopraffatta dal male. Attraverso l'uso massiccio di esterni, inoltre, Murnau sottolinea la dimensione oscura e malefica che accompagna la natura circostante, intrisa di nebbia e sinistre atmosfere. Straordinaria la prova di Max Schreck (il cui cognome significa, curiosamente, paura), minacciosa presenza rimasta indelebile nell'immaginario collettivo, demoniaca creatura notturna non molto dissimile dai ratti che seguono i suoi ordini, capace di incutere terrore e angoscia con un semplice sguardo. Werner Herzog ha girato l'ottimo remake, Nosferatu, il principe della notte (1979), con Klaus Kinski nei panni di Orlok/Dracula.