Ovunque sei
Durata
86
Formato
Regista
Il matrimonio tra i medici Matteo (Stefano Accorsi) ed Emma (Barbora Bobulova) è in crisi. L'uomo si innamora della giovane studente Elena (Violante Placido), mentre la donna tradisce il marito con il primario Leonardo (Stefano Dionisi). Una sera, Matteo ed Elena, a bordo di un'ambulanza finiscono nel Tevere dopo un incidente. I due vengono creduti morti, ma la realtà è decisamente più complessa.
Ispirandosi vagamente al Pirandello del Fu Mattia Pascal e ricercando un sentimentalismo misticheggiante fatuo e posticcio, Placido realizza probabilmente il suo film peggiore, sospeso tra ambizioni autoriali e resa che travalica fragorosamente e ripetutamente il senso del ridicolo. Se la prima parte è piatta e anonima, dopo la svolta “sovrannaturale” tutta l'opera si perde in stucchevoli manierismi estetici, in scene madri grossolane e fasulle, in micidiali dialoghi da soap opera di quart'ordine e in una gratuità di fondo imbarazzante e alla lunga sgradevole: dagli inserti fantastici e metafisici alle ripetute e sfiancanti scene erotiche fino al contestatissimo nudo integrale di Stefano Accorsi e della figlia del regista, Violante. Pessima la prova di tutto il cast, tra performance inutilmente sopra le righe (Accorsi e, soprattutto, Barbora Bobulova) e mal celati sensi di inadeguatezza e spaesamento (Stefano Dionisi e Massimo De Francovich). La (terribile) sceneggiatura è firmata dal regista con la collaborazione di Umberto Contarello, Francesco Piccolo e Domenico Starnone. Accolto da ululati e fischi dopo la presentazione alla Mostra di Venezia, ma le reazioni di Placido sono state altrettanto censurabili.
Ispirandosi vagamente al Pirandello del Fu Mattia Pascal e ricercando un sentimentalismo misticheggiante fatuo e posticcio, Placido realizza probabilmente il suo film peggiore, sospeso tra ambizioni autoriali e resa che travalica fragorosamente e ripetutamente il senso del ridicolo. Se la prima parte è piatta e anonima, dopo la svolta “sovrannaturale” tutta l'opera si perde in stucchevoli manierismi estetici, in scene madri grossolane e fasulle, in micidiali dialoghi da soap opera di quart'ordine e in una gratuità di fondo imbarazzante e alla lunga sgradevole: dagli inserti fantastici e metafisici alle ripetute e sfiancanti scene erotiche fino al contestatissimo nudo integrale di Stefano Accorsi e della figlia del regista, Violante. Pessima la prova di tutto il cast, tra performance inutilmente sopra le righe (Accorsi e, soprattutto, Barbora Bobulova) e mal celati sensi di inadeguatezza e spaesamento (Stefano Dionisi e Massimo De Francovich). La (terribile) sceneggiatura è firmata dal regista con la collaborazione di Umberto Contarello, Francesco Piccolo e Domenico Starnone. Accolto da ululati e fischi dopo la presentazione alla Mostra di Venezia, ma le reazioni di Placido sono state altrettanto censurabili.