7 minuti
Durata
88
Formato
Regista
I proprietari di un’azienda tessile italiana cedono la maggioranza a una multinazionale. Sembra che non siano previsti licenziamenti, ma c’è una piccola clausola: undici donne dovranno decidere, per sé e in rappresentanza di tutta la fabbrica, se rinunciare a 7 minuti del loro intervallo, in risposta a una condizione vincolante posta dallo stato maggiore. Una richiesta in apparenza da nulla, ma che tradisce un enorme sprezzo della dignità altrui. E che metterà le donne una contro l’altra.
A partire da una storia vera avvenuta nel 2012 in Francia, a Yssingeaux, Michele Placido dirige, in un progetto per lui abbastanza insolito e che può ricordare la struttura de La parola ai giurati (1957) di Sidney Lumet, un folto e assortito cast tutto al femminile, nel quale si segnalano le presenze della cantante Fiorella Mannoia e dell’attrice transalpina Clémence Poésy. L’occasione è offerta dalla pièce teatrale di Stefano Massini, esercizio di tensione direttamente connesso al tema della crisi economica: un meccanismo serrato e crudele che finisce col mettere delle donne molto diverse, per cultura, origini e provenienza sociale, a duellare tra di loro, a scontrarsi nel nome di bisogni e convinzioni. La materia è scottante e urgente, perfino incandescente dato il momento storico, ma è cavalcata dalla regia di Placido nella maniera più facilona e modesta possibile: le ansie e le debolezze dei personaggi sono infatti al servizio di una lotta verbale infinita, nella quale a emergere prepotentemente è una retorica priva di freni e di buon gusto, che alza i toni in maniera sconsiderata e frana rovinosamente nel ridicolo involontario e nell’enfasi fuori misura. Gli intenti nobilissimi, tesi a evidenziare l’esasperato e sempre più marcato egoismo che permea i rapporti umani in tempi di crisi, cozzano pertanto con degli esiti sciatti e pressappochisti, incuranti delle sfumature, delle psicologie delle parti in causa, di una doverosa giusta distanza morale. La direzione degli attori, manco a dirlo, segue la medesima direzione, con punte di sconcertante overacting specie nelle interpretazioni di Ambra Angiolini e Maria Nazionale. La Mannoia, all’esordio come attrice in un ruolo così esteso, è a sorpresa la più calzante e misurata dell’intero cast. Presentato alla Festa del Cinema di Roma 2016.
A partire da una storia vera avvenuta nel 2012 in Francia, a Yssingeaux, Michele Placido dirige, in un progetto per lui abbastanza insolito e che può ricordare la struttura de La parola ai giurati (1957) di Sidney Lumet, un folto e assortito cast tutto al femminile, nel quale si segnalano le presenze della cantante Fiorella Mannoia e dell’attrice transalpina Clémence Poésy. L’occasione è offerta dalla pièce teatrale di Stefano Massini, esercizio di tensione direttamente connesso al tema della crisi economica: un meccanismo serrato e crudele che finisce col mettere delle donne molto diverse, per cultura, origini e provenienza sociale, a duellare tra di loro, a scontrarsi nel nome di bisogni e convinzioni. La materia è scottante e urgente, perfino incandescente dato il momento storico, ma è cavalcata dalla regia di Placido nella maniera più facilona e modesta possibile: le ansie e le debolezze dei personaggi sono infatti al servizio di una lotta verbale infinita, nella quale a emergere prepotentemente è una retorica priva di freni e di buon gusto, che alza i toni in maniera sconsiderata e frana rovinosamente nel ridicolo involontario e nell’enfasi fuori misura. Gli intenti nobilissimi, tesi a evidenziare l’esasperato e sempre più marcato egoismo che permea i rapporti umani in tempi di crisi, cozzano pertanto con degli esiti sciatti e pressappochisti, incuranti delle sfumature, delle psicologie delle parti in causa, di una doverosa giusta distanza morale. La direzione degli attori, manco a dirlo, segue la medesima direzione, con punte di sconcertante overacting specie nelle interpretazioni di Ambra Angiolini e Maria Nazionale. La Mannoia, all’esordio come attrice in un ruolo così esteso, è a sorpresa la più calzante e misurata dell’intero cast. Presentato alla Festa del Cinema di Roma 2016.