
La scelta
Durata
86
Formato
Regista
Sposati da alcuni anni, Laura (Ambra Angiolini) e Giorgio (Raoul Bova) sono desiderosi di un figlio che sembra proprio non voler arrivare. Il giorno del suo compleanno, Laura viene aggredita e violentata ma decide di non denunciare il fatto alla polizia: la donna, infatti, è, rimasta incinta. Dinnanzi alla prospettiva di avere finalmente il figlio lungamente agognato, Laura è decisa a non abortire, nonostante questa scelta sia destinata ad avere ripercussioni sul suo matrimonio.
Adattamento del testo teatrale L'innesto di Luigi Pirandello, un melodramma sguaiato e sgangherato, eccessivo e ridondante. Placido esaspera i toni, si abbandona a un formalismo gratuito e posticcio, toccando notevoli vette di ridicolo involontario (tra inserti onirici e time lapsing da mani nei capelli), punta su un sentimentalismo tanto sfacciato, esibito e grossolano da risultare respingente. La regia calca la mano in maniera pesante, tralasciando qualsiasi tipo di sfumatura (narrativa o psicologica) in nome di una messa in scena urlata, cacofonica e opprimente come la martellante colonna sonora che accompagna questo dramma maldestro e irritante che flirta con l'autoparodia ma si prende dannatamente sul serio, accentuando così ancora di più l'esasperazione spettatoriale. Pessimo tutto il cast, perennemente sopra le righe e coerente con l'impostazione narrativa che svilisce e banalizza la portata drammatica della storia, riducendola a grottesca esibizione di un macchiettismo esiziale.
Adattamento del testo teatrale L'innesto di Luigi Pirandello, un melodramma sguaiato e sgangherato, eccessivo e ridondante. Placido esaspera i toni, si abbandona a un formalismo gratuito e posticcio, toccando notevoli vette di ridicolo involontario (tra inserti onirici e time lapsing da mani nei capelli), punta su un sentimentalismo tanto sfacciato, esibito e grossolano da risultare respingente. La regia calca la mano in maniera pesante, tralasciando qualsiasi tipo di sfumatura (narrativa o psicologica) in nome di una messa in scena urlata, cacofonica e opprimente come la martellante colonna sonora che accompagna questo dramma maldestro e irritante che flirta con l'autoparodia ma si prende dannatamente sul serio, accentuando così ancora di più l'esasperazione spettatoriale. Pessimo tutto il cast, perennemente sopra le righe e coerente con l'impostazione narrativa che svilisce e banalizza la portata drammatica della storia, riducendola a grottesca esibizione di un macchiettismo esiziale.