Pane e fiore
Nun va Goldoon
Durata
78
Formato
Regista
Il regista Mohsen Makhmalbaf ritrova il poliziotto che accoltellò due decenni prima, quando, a soli 17 anni, militava contro il governo dello Scià. Makhmalbaf decide di girare un film su quell'evento, con tre giovani attori chiamati a interpretare i protagonisti: l'agente, il ribelle e futuro cineasta, la ragazza che lo aiutò.
Un episodio autobiografico cruento e dagli esiti traumatici (dopo l'arresto per il ferimento del poliziotto, Makhmalbaf passò alcuni anni in prigione) diventa lo spunto per un film per dove finzione e ricostruzione della realtà si fondono in un apologo dedicato all'amore e alla speranza nelle giovani generazioni. Servendosi di uno stile documentaristico spogliato fino all'essenziale e un pugno di personaggi che si muovono tra le geometrie di una Teheran insolita e semideserta, Makhmalbaf sorprende con un'opera metacinematografica splendidamente poetica, dal forte messaggio pacifista. Tra piani temporali che si sovrappongono e agnizioni che sconvolgono il gioco delle parti (fondamentale è la presenza del personaggio femminile), l'autore riflette sulla funzione del cinema come mezzo capace addirittura di cancellare i rancori e riscrivere la Storia. In meglio. La pellicola è stata insignita di una menzione speciale al Festival di Locarno; Hana Makhmalbaf, figlia del regista allora bambina, appare nei panni di se stessa.
Un episodio autobiografico cruento e dagli esiti traumatici (dopo l'arresto per il ferimento del poliziotto, Makhmalbaf passò alcuni anni in prigione) diventa lo spunto per un film per dove finzione e ricostruzione della realtà si fondono in un apologo dedicato all'amore e alla speranza nelle giovani generazioni. Servendosi di uno stile documentaristico spogliato fino all'essenziale e un pugno di personaggi che si muovono tra le geometrie di una Teheran insolita e semideserta, Makhmalbaf sorprende con un'opera metacinematografica splendidamente poetica, dal forte messaggio pacifista. Tra piani temporali che si sovrappongono e agnizioni che sconvolgono il gioco delle parti (fondamentale è la presenza del personaggio femminile), l'autore riflette sulla funzione del cinema come mezzo capace addirittura di cancellare i rancori e riscrivere la Storia. In meglio. La pellicola è stata insignita di una menzione speciale al Festival di Locarno; Hana Makhmalbaf, figlia del regista allora bambina, appare nei panni di se stessa.