Salam Cinema
Salam Cinema
Durata
75
Formato
Regista
Mohsen Makhmalbaf pubblica su un giornale di star cercando attori e comparse per il suo nuovo film. Si presentano in centinaia e il regista decide di filmare i provini stessi.
Un anno prima del bellissimo Pane e fiore, Mohsen Makhmalbaf aveva già dimostrato di dare il meglio di sé attraverso elementi metacinematografici e l’amalgama tra messa in scena finzionale e stile documentaristico. Nel cercare attrici e attori - che si ammassano nel potente incipit alla ricerca della possibilità di emergere - il regista si mostra ambiguo e profondo, aprendo molte interessanti riflessioni sul senso stesso del filmare e del recitare. Queste si arricchiscono ulteriormente grazie all’attenzione che Makhmalbaf riserva alle storie dei provinati: i loro racconti, dal sapore decisamente confessionale, donano una prospettiva intimissima dell’Iran post-rivoluzione. In particolare, sono le donne a imporsi come figure centrali: il regista le mette alla prova in una sorta di esperimento sociale commovente e umanissimo, ed è proprio questa umanità che permette al cinema di essere davvero di e per tutti, di non escludere prospettive, ma di includere ogni punto di vista: dal finto cieco che si inventa una parte giorni prima del provino; all’innamorata che sogna la Croisette solo per potersi ricongiungere al fidanzato fuggito dal Paese; fino alle giovani donne che, pur tra dubbi e contraddizioni, pretendono (e ottengono) il lieto fine. Dedicato al centenario dell’invenzione del cinema: tra sberleffi agli action movie hollywoodiani e un omaggio sentito alla forza del racconto privato e quotidiano, Salve o cinema è una pellicola semplice soltanto sulla carta e che risulta in realtà potente e mai banale. Una sincera lettera d’amore alla forse crudele ma certamente irresistibile Settima Arte.