Pink Floyd The Wall
Pink Floyd The Wall
Durata
95
Formato
Regista
Trasposizione del concept album pinkfloydiano The Wall (1979): la vita della tormentata rockstar Pink (Bob Geldof), i suoi conflitti interiori, la lotta tra il proprio malessere esistenziale e il desiderio di successo, le groupies, la droga, la depressione e l'autoanalisi psicologica.
L'opera di Alan Parker condivide con il suo corrispondente musicale una disomogeneità che risulta un limite e al tempo stesso un punto di forza. Così come l'album è frutto di un caos artistico e compositivo, causato dai dissidi interni agli stessi Pink Floyd e dai malesseri interiori della mente inquieta di Roger Waters (anche sceneggiatore), così il film è un'unione di diversi elementi apparentemente contrastanti. Sequenze della vita dissoluta di Pink, alterego watersiano, si alternano a momenti onirici e flashback; di grande impatto le animazioni, opera del disegnatore Gerald Scarfe, che dipingono le sofferenze esistenziali di un protagonista condizionato dalle opprimenti istituzioni scolastiche durante l'infanzia (The Happiest Days Of Our Lives/Another Brick In The Wall), schiacciato contro il muro delle proprie fragilità, frutto dei rapporti conflittuali con la madre e la moglie (Mother, Don't Leave Me Now) e dei ricordi sfumati dell'assente figura paterna, vittima di guerra (Goodbye Blue Sky). I mostri interiori diventano creature minacciose: il conflitto emerge tra la volontà di isolamento ottundente (Goodbye Cruel World) e fame di successo e gloria artistica (In The Flesh?/Run Like Hell). Criptico, a tratti un po' didascalico nei contenuti, ma affascinante. Fotografia di Peter Biziou.
L'opera di Alan Parker condivide con il suo corrispondente musicale una disomogeneità che risulta un limite e al tempo stesso un punto di forza. Così come l'album è frutto di un caos artistico e compositivo, causato dai dissidi interni agli stessi Pink Floyd e dai malesseri interiori della mente inquieta di Roger Waters (anche sceneggiatore), così il film è un'unione di diversi elementi apparentemente contrastanti. Sequenze della vita dissoluta di Pink, alterego watersiano, si alternano a momenti onirici e flashback; di grande impatto le animazioni, opera del disegnatore Gerald Scarfe, che dipingono le sofferenze esistenziali di un protagonista condizionato dalle opprimenti istituzioni scolastiche durante l'infanzia (The Happiest Days Of Our Lives/Another Brick In The Wall), schiacciato contro il muro delle proprie fragilità, frutto dei rapporti conflittuali con la madre e la moglie (Mother, Don't Leave Me Now) e dei ricordi sfumati dell'assente figura paterna, vittima di guerra (Goodbye Blue Sky). I mostri interiori diventano creature minacciose: il conflitto emerge tra la volontà di isolamento ottundente (Goodbye Cruel World) e fame di successo e gloria artistica (In The Flesh?/Run Like Hell). Criptico, a tratti un po' didascalico nei contenuti, ma affascinante. Fotografia di Peter Biziou.