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Noriko's Dinner Table
Noriko no shokutaku
Durata
159
Formato
Regista
Spaventata dal proprio futuro e poco compresa dal padre Taeko (Sanae Miyata), la diciassettenne Noriko (Kazue Fukiishi), passando il tempo su internet, conosce Kumiko (Tsugumi), gestore del Suicide Club, che spinge gli adolescenti al suicidio.
Secondo film di Sion Sono, dopo Suicide Club (2001), a essersi ispirato al romanzo Suicide Circle: The Complete Edition (2002), scritto dallo stesso regista, da cui è stato tratto anche un manga disegnato da Usamaru Furuya. Ulteriore riflessione sull'alienazione della società giapponese, è un lunghissimo gioco pirandelliano che si manifesta nello stesso universo narrativo del film precedente, con tanto di riferimenti espliciti e sequenze ripetute (come quella iniziale). Un'opera che si concentra spesso sulla tristezza e sulla solitudine di un'adolescente dai tratti paradigmatici, con un uso a volte eccessivo della voce fuori campo. Un dramma psicologico e ipnotico con una struttura narrativa visionaria (montaggio complesso caratterizzato da un continuo flusso di flashback) che diventa man mano più grottesca e violenta. Analizza la multimedialità del Giappone con un lucido approccio disperato e con uno sconnesso minimalismo drammatico che supera Suicide Club per innovazione e per compattezza ma senza mai raggiungere simili livelli da film di culto.
Secondo film di Sion Sono, dopo Suicide Club (2001), a essersi ispirato al romanzo Suicide Circle: The Complete Edition (2002), scritto dallo stesso regista, da cui è stato tratto anche un manga disegnato da Usamaru Furuya. Ulteriore riflessione sull'alienazione della società giapponese, è un lunghissimo gioco pirandelliano che si manifesta nello stesso universo narrativo del film precedente, con tanto di riferimenti espliciti e sequenze ripetute (come quella iniziale). Un'opera che si concentra spesso sulla tristezza e sulla solitudine di un'adolescente dai tratti paradigmatici, con un uso a volte eccessivo della voce fuori campo. Un dramma psicologico e ipnotico con una struttura narrativa visionaria (montaggio complesso caratterizzato da un continuo flusso di flashback) che diventa man mano più grottesca e violenta. Analizza la multimedialità del Giappone con un lucido approccio disperato e con uno sconnesso minimalismo drammatico che supera Suicide Club per innovazione e per compattezza ma senza mai raggiungere simili livelli da film di culto.
