Un gruppo di ragazzi e ragazze di Dublino, figli della working class, si ritrova reclutato da Jimmy (Robert Arkins), appassionato di musica nera nonostante un padre fanatico di Elvis. L'intento è di fondare una delle più grandi band soul e rhythm n' blues di tutti i tempi, The Commitments, che accarezzerà il successo ma vedrà presto sfumare i sogni di gloria.

«Gli irlandesi sono i più negri d'Europa, i dublinesi sono i più negri d'Irlanda, e noi di periferia siamo i più negri di Dublino! Quindi ripetete ad alta voce: sono negro e me ne vanto!». Orgoglio proletario e black music: Alan Parker si conferma a suo agio con la materia musicale, dopo Pink Floyd The Wall (1982). Tratto dall'omonimo libro di Roddy Doyle, pubblicato nel 1987, The Commitments non brilla di originalità, ma ha dalla sua ritmo, musiche e personaggi estremamente veri e vivi. Mettendo in scena un cantante ubriacone e inaffidabile ma dalla grande voce, tre graziose coriste, un tastierista timorato di Dio e un maturo sassofonista che millanta mai dimostrate collaborazioni con i più grandi della musica, si ottiene una miscela instabile, ma esplosiva e a suo modo affascinante. Notevole cast di giovani performers, quasi tutti all'esordio, tra i quali emerge Glen Hansard, destinato a una carriera musicale che culminerà con il premio Oscar per la miglior canzone originale (Falling Slowly) per il film Once (2006) di John Carney. Colonna sonora ricca di classici r'n'b e sceneggiatura di Doyle, Dick Clement e Ian La Frenais.
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