In Our Day
Uriui haru
Durata
83
Formato
Regista
Sang-won (Kim Min-hee), un’affascinante attrice sulla quarantina, è da poco rientrata in Corea dopo un lungo soggiorno all’estero e trova ospitalità da un’amica che vive con il suo gatto. Ui-ju (Gi Ju-bong), un maturo poeta che ha ottenuto un riconoscimento tardivo, vive da solo in modo semplice e riservato e sta cercando di smettere di bere e fumare. Entrambi ricevono la visita di aspiranti artisti: una giovane cugina che vorrebbe fare l’attrice nel primo caso, un attore nel secondo, mentre una studentessa di cinema sta girando un documentario sul poeta. Durante questi incontri vengono poste numerose domande sulle rispettive carriere, sulle opere realizzate e, più in generale, sulla vita, domande che spesso non trovano risposte adeguate.
Il trentesimo lungometraggio di Hong Sang-soo è una breve e poco incisiva opera prodotta in economia durante la pandemia, ancora più scarna e asciutta del solito, anche se lo stile e i temi sono quelli di sempre: poche lunghe scene girate con camera fissa, con artisti di varie età che, di fronte a cibo e alcol (in quantità minore rispetto al consueto), alternano chiacchiere innocue a riflessioni profonde. I due protagonisti sono molto diversi, ma i loro episodi presentano, come sempre, rimandi, ripetizioni, analogie. Per chi conosce la controversa relazione tra il regista Hong Sang-soo e l’attrice Kim Min-hee si aprono anche scenari per ulteriori interpretazioni personali e meta-narrative. Un piccolo film che rappresenta l’ennesimo tassello di una vasta opera estremamente coerente e personale, presentato al Festival di Cannes 2023 nella sezione Quinzaine des Cinéastes.