La ragazza della quinta strada

Il ricco industriale Alfred Borden (Walter Connolly) è angustiato da una famiglia prepotentemente snob. Il giorno del suo compleanno conosce, a Central Park, Mary Grey (Ginger Rogers), una ragazza in ristrettezze economiche. Approfittando di alcune foto pubblicate che li ritraggono insieme, Alfred finge allora di presentarla a moglie e figli come la sua amante e, insieme a lei, tenterà di ridimensionare l'altezzosità che tanto lo turba.



Gregory La Cava, sempre a suo agio nella screwball comedy, rivela di essere un valido mestierante hollywoodiano molto attento alla direzione degli attori. Qui, coadiuvato da un’efficace Ginger Rogers, dà vita a una storia garbata, forse un po’ frivola, ma dotata del giusto ritmo per parlare senza inutili divagazioni delle conseguenze del divario sociale tra i personaggi, vero marchio di fabbrica del regista. L’elemento non agisce certo da leva critica, ma è sfruttato come uno dei tanti ingranaggi dello spettacolo, e La Cava non si lascia sfuggire una sottile ironia nei confronti del modello marxista, facendo ruotare la vicenda attorno ai soldi e al valore quasi divino che conferisce loro la società moderna. Non c’è alcuna volontà di esprimere una precisa ideologia, l'intento del regista è solo quello di girare intorno a temi importanti per raccontare una vicenda briosa, che tuttavia non si lascia ingabbiare, specie nel finale, dagli schemi troppo consolidati propri del genere brillante degli anni d'oro di Hollywood.