Cose molto cattive
Very Bad Things
Durata
100
Formato
Regista
Kyle (Jon Favreau) e Laura (Cameron Diaz) stanno per sposarsi. Il futuro marito, prima della cerimonia, parte con gli amici per la sua festa di addio al celibato. Durante la serata il mix di alcol e droghe genera una tragedia: la spogliarellista ingaggiata viene uccisa accidentalmente. Da qui prende il via un spirale di orrori che coinvolge tutti i protagonisti.
Black comedy grottesca, satura di meccanismi orrorifici raccontati con agghiacciante ironia, il film mette in campo un plot corposo e progressivo, in cui le dinamiche narrative raggiungono picchi di fastidiosa drammaticità in un crescendo di situazioni a effetto, che approdano all'acme proprio nel finale. Il tono della pellicola è nevrotico ed esplosivo, con dialoghi accesi, verbosità frenetiche e scene parecchio urlate. Nel cercare di smorzare la componente black con una serie di elementi che più si avvicinano alla commedia, il film rischia da un lato di prostrare legittimamente la pazienza dello spettatore, dall'altro di diventare un prodotto bordeline e pretenziosamente eccessivo, fuori controllo nel senso peggiore del termine. La messa in scena privilegia senza dubbio il sonoro rispetto alle immagini e non c'è ricerca fotografica o scenografica, come se si volesse puntare prevalentemente (o forse esclusivamente) sullo shock: qua e là il proposito regge anche, ma col passare dei minuti la carica provocatoria dell'operazione si sgonfia inevitabilmente, tra gratuità e momenti furbescamente tirati via.
Black comedy grottesca, satura di meccanismi orrorifici raccontati con agghiacciante ironia, il film mette in campo un plot corposo e progressivo, in cui le dinamiche narrative raggiungono picchi di fastidiosa drammaticità in un crescendo di situazioni a effetto, che approdano all'acme proprio nel finale. Il tono della pellicola è nevrotico ed esplosivo, con dialoghi accesi, verbosità frenetiche e scene parecchio urlate. Nel cercare di smorzare la componente black con una serie di elementi che più si avvicinano alla commedia, il film rischia da un lato di prostrare legittimamente la pazienza dello spettatore, dall'altro di diventare un prodotto bordeline e pretenziosamente eccessivo, fuori controllo nel senso peggiore del termine. La messa in scena privilegia senza dubbio il sonoro rispetto alle immagini e non c'è ricerca fotografica o scenografica, come se si volesse puntare prevalentemente (o forse esclusivamente) sullo shock: qua e là il proposito regge anche, ma col passare dei minuti la carica provocatoria dell'operazione si sgonfia inevitabilmente, tra gratuità e momenti furbescamente tirati via.