Oci ciornie
Oci ciornie
Premi Principali
Premio per il miglior attore al Festival di Cannes 1987
Durata
117
Formato
Regista
A bordo di una nave, all'inizio del XX secolo, Romano (Marcello Mastroianni) racconta la storia di quando, bloccato in un matrimonio per convenienza con Elisa (Silvana Mangano), si innamorò di Anna (Elena Safonova), bellissima ragazza russa dagli occhi scuri sposata con il governatore di Sisoiev (Innokentij Smoktunovskij).
Film tragicomico e umanissimo sull'adulterio, basato su quattro racconti di Anton Čechov e girato in parte a Montecatini Terme, è una favola onirica girata con discreta eleganza, dotata di alcune sequenze toccanti e poetiche, che si alternano a tanti momenti didascalici e decisamente fiacchi. In uno dei suoi film più celebrati, Nikita Mikhalkov compone un ritratto di cinema e letteratura in cui il nucleo fondante sta tutto nell'interpretazione straordinaria di Marcello Mastroianni, giustamente premiato a Cannes e nominato all'Oscar. Confezione ineccepibile – fotografia di Franco Di Giacomo, musiche di Francis Lai, scene di Mario Garbuglia e Aleksandr Adabashyan – seppur, a tratti, si sfiori la maniera. Ultima apparizione sullo schermo di Silvana Mangano (1930-1989). Il film prende il titolo da quello di una celebre canzone tradizionale russa.
Film tragicomico e umanissimo sull'adulterio, basato su quattro racconti di Anton Čechov e girato in parte a Montecatini Terme, è una favola onirica girata con discreta eleganza, dotata di alcune sequenze toccanti e poetiche, che si alternano a tanti momenti didascalici e decisamente fiacchi. In uno dei suoi film più celebrati, Nikita Mikhalkov compone un ritratto di cinema e letteratura in cui il nucleo fondante sta tutto nell'interpretazione straordinaria di Marcello Mastroianni, giustamente premiato a Cannes e nominato all'Oscar. Confezione ineccepibile – fotografia di Franco Di Giacomo, musiche di Francis Lai, scene di Mario Garbuglia e Aleksandr Adabashyan – seppur, a tratti, si sfiori la maniera. Ultima apparizione sullo schermo di Silvana Mangano (1930-1989). Il film prende il titolo da quello di una celebre canzone tradizionale russa.