Yamitaro (Kazuo Hasegawa) è un attore di una compagnia di teatro Kabuki di Osaka: col passare degli anni è diventato un onnagata, un interprete uomo che interpreta ruoli femminili durante gli spettacoli. Durante un tour, finisce nel luogo dove vivono i tre responsabili della morte dei suoi genitori, scomparsi quando aveva solo sette anni. La sua vendetta sarà terribile e spietata.

Aperto da un incipit splendido (in cui il protagonista è sul palcoscenico mentre affronta i suoi demoni interiori), La rivincita di Yuki-no-jo è un film che mette subito in chiaro quali sono i suoi assi nella manica: il confine tra realtà e finzione, in primis, ma anche il tema dell'identità sessuale è sviscerato con cura. Tra colori vivaci e costumi appariscenti, Ichikawa mette in scena un potente balletto macabro, ricco di sequenze suggestive e di momenti da ricordare. Il regista, come già dimostrato in Fuochi nella pianura (1959), sa come gestire la “violenza”, rendendola mai gratuita e, al contrario, dandole un ruolo di prima importanza nella narrazione. Tutt'altro che semplice la prova (notevole) di Kazuo Hasegawa, in un ruolo ricco di sfaccettature psicologiche. L'esperto attore (noto, ad esempio, per Amanti crocifissi di Kenji Mizoguchi) aveva già interpretato lo stesso ruolo in un'omonima e misconosciuta pellicola del 1935, diretta da Teinosuke Kinugasa. In Italia il film è conosciuto anche come La vendetta di un attore.
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