
L'uomo di Alcatraz
Birdman of Alcatraz
Premi Principali

Coppa Volpi per il miglior attore alla Mostra del Cinema di Venezia 1962
Durata
147
Formato
Regista
Incriminato per omicidio e condannato a dodici anni, Robert Stroud (Burt Lancaster) uccide una guardia in seguito a svariate provocazioni e umiliazioni. Sfuggito per un soffio alla pena di morte, si prepara a scontare l'ergastolo: diventerà un'autorità nel campo dell'ornitologia, dedicando la propria vita allo studio.
Dal romanzo Birdman of Alcatraz di Thomas E. Gaddis, un dramma claustrofobico dalle ambizioni esistenzialiste diretto da John Frankenheimer. La sceneggiatura, firmata da Guy Trosper, trascura la strutturazione sistematica degli snodi narrativi, concentrandosi sul protagonista e sul suo iter di degenerazione (morale e materiale) che precede la consapevolezza e la rinascita grazie all'introspezione psicologica. Perno centrale, la dignità di Stroud, capace di superare i limiti imposti grazie a un'essenza emersa e ritrovata: la regia sa come esaltare lo spirito umanitario di fondo, costruendo un percorso formativo a tratti convenzionale, ma che indubbiamente colpisce nel segno, coinvolgendo inevitabilmente lo spettatore. Certo, il ritmo è tutt'altro che serrato, ma la coerenza dello script e la sapienza tecnica di Frankenheimer elevano il film dal semplice (e retorico) prodotto biografico; e il rapporto tra Stroud e l'opprimente madre Elizabeth, interpretata da una notevole Thelma Ritter, risulta abbastanza morboso da destabilizzare. Il che è a dir poco significativo. Cast in stato di grazia, capitanato da un Burt Lancaster semplicemente straordinario; Karl Malden è Harvey Shoemaker, Telly Savalas è Feto Gomez. Colonna sonora di Elmer Bernstein.
Dal romanzo Birdman of Alcatraz di Thomas E. Gaddis, un dramma claustrofobico dalle ambizioni esistenzialiste diretto da John Frankenheimer. La sceneggiatura, firmata da Guy Trosper, trascura la strutturazione sistematica degli snodi narrativi, concentrandosi sul protagonista e sul suo iter di degenerazione (morale e materiale) che precede la consapevolezza e la rinascita grazie all'introspezione psicologica. Perno centrale, la dignità di Stroud, capace di superare i limiti imposti grazie a un'essenza emersa e ritrovata: la regia sa come esaltare lo spirito umanitario di fondo, costruendo un percorso formativo a tratti convenzionale, ma che indubbiamente colpisce nel segno, coinvolgendo inevitabilmente lo spettatore. Certo, il ritmo è tutt'altro che serrato, ma la coerenza dello script e la sapienza tecnica di Frankenheimer elevano il film dal semplice (e retorico) prodotto biografico; e il rapporto tra Stroud e l'opprimente madre Elizabeth, interpretata da una notevole Thelma Ritter, risulta abbastanza morboso da destabilizzare. Il che è a dir poco significativo. Cast in stato di grazia, capitanato da un Burt Lancaster semplicemente straordinario; Karl Malden è Harvey Shoemaker, Telly Savalas è Feto Gomez. Colonna sonora di Elmer Bernstein.