Jean Amsler (Jean Forest) è un bambino a cui è da poco morta la madre. Il padre (Victor Vina) si risposa con un'altra donna (Rachel Devirys), anche lei vedova con una figlia (Arlette Peyran). Jean non potrà sopportarlo e si sente tradito. 

Tra i più toccanti lungometraggi sull'infanzia di tutto il cinema muto, Le due madri è un'operazione di grande spessore psicologico sul mondo dei più piccoli. Il ricordo della prima madre, indelebile e immortale, è rappresentato da una serie di dettagli (la spilla ora portata dalla matrigna) che Feyder mette in scena con grande cura e precisione. Particolarmente interessante, psicoanalicamente parlando, è anche il rapporto tra il ragazzino e la sorellastra, suo principale bersaglio. Il lavoro del regista (L'Atlantide del 1921) è raffinato e il risultato è il più alto del suo periodo muto. Modernissimo e incalzante. Ottimo cast, a partire dal giovane protagonista.

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