L'immorale Mr. Teas

Il signor Teas (Bill Teas) è un venditore porta-a-porta di dentiere. Dopo un'operazione, scopre di possedere una vista a raggi X che gli consente di vedere le donne senza abiti.

Lungometraggio d'esordio (se si esclude un documentario del 1950, The French Peep Show, andato perduto) per il californiano Russ Meyer, che da lì a poco sarebbe diventato il cantore più scollacciato e pop della sexploitation, grazie a film come Faster, Pussycat! Kill! Kill! (1965). Interessante nella fattura, che ricorda quella delle comiche dell'epoca, l'opera finisce presto per annoiare, fiaccata dall'insistente monotonia della colonna sonora e da una vocazione osé più tenera che virulenta, inadatta a racchiudere la potenziale profondità che si lega alla frustrazione del protagonista (un Bill Teas in ottima forma). Non che sia un problema, ma dall'allora acerbo Meyer ci si sarebbe aspettato qualcosa in più rispetto alle rotondità inquadrate sulle spiagge e sulle barchette. A ogni modo il film, costato solo 24.000 dollari, fu un grande successo al botteghino (oltre un milione incassato). Finale psicanalitico e sornione: davanti alla dottoressa nuda, la voce fuori campo chiosa: «D'altro canto agli uomini può piacere la malattia».