Il tifone Haiyan ha devastato la città di Tacloban nelle Filippine: dopo il suo passaggio, i sopravvissuti si mettono alla ricerca dei corpi dei propri defunti e tentano faticosamente di andare avanti.

Brillante Mendoza segue con coerenza un proprio percorso poetico, contrassegnato da uno stile realistico (quasi da documentario) in grado di dare ancor maggiore credibilità alle vicende raccontate. In questo caso dipinge un mondo post-apocalittico, segnato da una catastrofe naturale (avvenuta nel novembre del 2013) che ha cambiato per sempre tutti gli abitanti della zona. Le premesse sono importanti, e il regista filippino sa come colpire con le sue immagini a effetto. Il risultato, però, sa un po' di maniera, convince solo a tratti e risulta vittima anche di una certa retorica. Resta una pellicola emozionante, ma sono proprio le emozioni che trasmette a essere eccessivamente telecomandate. Presentato nella sezione Un Certain Regard del 68° Festival di Cannes.
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