Seh-hee (Sung Hyun-ah) e Ji-woo (Ha Jung-woo) sono una giovane coppia all'apparenza affiatata e in perfetta armonia. Seh-hee, però, è quotidianamente pervasa dalla gelosia, e mal sopporta le occhiate del suo compagno verso altre donne. Spaventata dallo scorrere del tempo e dall'idea che lui si possa stancare del suo volto, la ragazza si convince che l'unica soluzione sia ricorrere a un intervento di chirurgia plastica che le stravolga i connotati.

Abitato da personaggi estremi e quasi caricaturali (l'eccessiva ossessività di lei, l'attonita superficialità di lui), Time si presenta come un melodramma dalla struttura ciclica e dall'approccio gelido, che rende impossibile qualsiasi tipo di immedesimazione. Per il regista Kim Ki-duk è giunto il momento di riflettere sull'idea di Tempo, in un percorso iniziato con il precedente L'arco (2005) e che troverà il suo pieno compimento con Soffio (2007). L'opus numero 13 dell'autore coreano sancisce inoltre il passaggio a una logica – visiva e concettuale – più dichiaratamente “pop”, quasi da “blockbuster” in miniatura. Si tratta di un cambiamento significativo, che se da un lato allarga il bacino d'utenza, dall'altro semplifica e diluisce la potenza del messaggio: i dialoghi si fanno fin troppo espliciti e pleonastici, i simbolismi a tratti sfociano nello stereotipo o portano a vicoli ciechi, la sceneggiatura percorre alcune – seppur affascinanti – scorciatoie (su tutte, la rottura della quarta parete da parte di Seh-hee, che guardando la cinepresa si sfoga direttamente con lo spettatore). Nonostante questi limiti, Time aggiunge comunque un tassello importante alla filmografia di un cineasta che non smette di interrogarsi sul destino e sull'amore, analizzando da punti di vista obliqui gli esseri umani e la società contemporanea. Imperfetto, ma ricco di suggestioni e dotato di un soggetto di partenza di notevole spessore. La cosiddetta “Spiaggia delle sculture”, che ricorre sovente nella pellicola, esiste veramente: trattasi del Parco Baemigumi, situato nell'isola di Mo. Presentato al 41° Karlovy Vary International Film Festival (2006).
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