
Un uomo da buttare
W.W. and the Dixie Dancekings
Durata
91
Formato
Regista
Texas, anni ‘50: il ladruncolo W.W. Bright (Burt Reynolds) s'innamora di una giovane ragazza (Conny Van Dyke), che fa parte di una band musicale in cerca di successo. Per ottenere i soldi necessari al debutto, Bright li convince a compiere diversi furti, ma, proprio quando la gloria sembra vicina, un poliziotto si mette sulle loro tracce.
Da una sceneggiatura di Thomas Rickman, L'uomo da buttare è l'ennesima dimostrazione di come il regista John G. Avildsen si trovi a proprio agio nel calcare la mano sui toni melodrammatici dei propri film (così come già accaduto in La guerra del cittadino Joe del 1970 e in Salvate la tigre del 1973). Qui, a differenza dei precedenti lavori, non c'è alcun minimo tentativo di critica sociale, ma solo il desiderio di raccontare una vicenda furbescamente ribelle e fintamente fuori dai parametri della società. La regia di Avildsen non aggiunge né toglie nulla a un racconto scorrevole ma piuttosto insipido e privo di grandi riflessioni da ricordare. Risultato: così così.
Da una sceneggiatura di Thomas Rickman, L'uomo da buttare è l'ennesima dimostrazione di come il regista John G. Avildsen si trovi a proprio agio nel calcare la mano sui toni melodrammatici dei propri film (così come già accaduto in La guerra del cittadino Joe del 1970 e in Salvate la tigre del 1973). Qui, a differenza dei precedenti lavori, non c'è alcun minimo tentativo di critica sociale, ma solo il desiderio di raccontare una vicenda furbescamente ribelle e fintamente fuori dai parametri della società. La regia di Avildsen non aggiunge né toglie nulla a un racconto scorrevole ma piuttosto insipido e privo di grandi riflessioni da ricordare. Risultato: così così.