A Venezia... un dicembre rosso shocking
Don't Look Now
Durata
110
Formato
Regista
Dopo la morte della figlioletta in un incidente, il restauratore John Baxter (Donald Sutherland) si trasferisce per lavoro a Venezia insieme alla moglie Laura (Julie Christie). Quest'ultima viene avvicinata da una veggente cieca (Hilary Mason), che dice di essere in contatto con la bambina e l'avverte di un imminente pericolo.
Per il suo terzo lungometraggio, Nicolas Roeg prende spunto da un racconto di Daphne Du Maurier (musa ispiratrice anche per Alfred Hitchcock: basti pensare a Rebecca – La prima moglie del 1940 e a Gli uccelli del 1963). Fin dalle primissime battute, A Venezia… un dicembre rosso shocking si configura come un film in cui è il montaggio, spesso alternato, a dettare il ritmo della sceneggiatura, ad aumentare la suspense e a mostrare il discreto talento visivo del regista. L'ambizioso apparato visivo, però, non è supportato da una scrittura all'altezza: troppi i cliché e la conclusione è a dir poco raffazzonata. Le atmosfere veneziane sono suggestive e la tensione spesso funziona, ma la pellicola resta tutto sommato mediocre, certamente non superiore a tanti altri thriller nostrani ingiustamente dimenticati. Con gli anni è diventato un cult, anche se non si comprende bene il perché. All'epoca fece scandalo la sequenza in cui i due protagonisti sono in intimità. Musiche di Pino Donaggio.
Per il suo terzo lungometraggio, Nicolas Roeg prende spunto da un racconto di Daphne Du Maurier (musa ispiratrice anche per Alfred Hitchcock: basti pensare a Rebecca – La prima moglie del 1940 e a Gli uccelli del 1963). Fin dalle primissime battute, A Venezia… un dicembre rosso shocking si configura come un film in cui è il montaggio, spesso alternato, a dettare il ritmo della sceneggiatura, ad aumentare la suspense e a mostrare il discreto talento visivo del regista. L'ambizioso apparato visivo, però, non è supportato da una scrittura all'altezza: troppi i cliché e la conclusione è a dir poco raffazzonata. Le atmosfere veneziane sono suggestive e la tensione spesso funziona, ma la pellicola resta tutto sommato mediocre, certamente non superiore a tanti altri thriller nostrani ingiustamente dimenticati. Con gli anni è diventato un cult, anche se non si comprende bene il perché. All'epoca fece scandalo la sequenza in cui i due protagonisti sono in intimità. Musiche di Pino Donaggio.