Varda by Agnès

Varda par Agnès

Anno

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Durata

115

Formato

Regista




Agnès Varda si siede sul palco di un teatro e inizia a raccontarsi attraverso i suoi film. Retroscena, curiosità, aneddoti, teorie cinematografiche: tutto prende forma come il lungo racconto di una carriera destinata a lasciare un segno indelebile nella Storia del cinema.

A soli due anni di distanza dal precedente Visages, villages (2017), Agnès Varda torna dietro la macchina da presa per firmare un nuovo documentario, questa volta incentrato sulla sua carriera e sulla sua personale visione del cinema: un autoritratto, come era anche Les plages d’Agnès (2008), che si trasforma in una vera e propria lezione di cinema, dove la regista torna a parlare di se stessa e della sua carriera, alternando riprese di differenti masterclass a cui ha partecipato con spezzoni dei suoi lavori e del materiale inedito pensato per questo film. Nonostante abbia superato i novant’anni di età, la regista non smette di stupire dimostrando ancora oggi, proprio come negli anni della giovinezza, di possedere uno sguardo filmico intelligente e stimolante in grado di sbalordire e sorprendere il pubblico. Attraverso una messa in scena semplice ma di grande impatto, Varda ci invita a prendere posto e a lasciarci cullare dal suo racconto, tanto lineare quanto coinvolgente, che ci catapulta nei meandri dei più celebri film da lei diretti (si passa dagli esordi come fotografa, ai primi successi come Cléo dalle 5 alle 7, sino al già citato Visages, villages) per poi focalizzarsi sulle installazioni artistiche museali connesse con l'arrivo delle immagini digitali. Varda by Agnès regala molti momenti memorabili che non sono solamente il sentito e malinconico ricordo di una strepitosa carriera, ma diventano basi teoriche dalle quali prendere le mosse per formulare nuove correnti filmiche o approcci alla materia. Così, se una carrellata metacinematografica può servire per dare forma ad alcune scelte registiche di molti anni fa, è anche necessario lasciar viaggiare la fantasia dello spettatore senza obbligatoriamente imporre il proprio punto di vista (come dimostra la bellissima sequenza sulla spiaggia con i bambini e i disegni dei gabbiani). Un grande e sincero omaggio alla settima arte, prima ancora che un personale amarcord, capace di toccare il cuore di molti appassionati e non solo. Presentato fuori concorso al Festival di Berlino 2019.



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