Rosario (Toni Servillo), ristoratore da quindici anni in Germania vive sereno, con la moglie Renate (Juliane Köhler) e il piccolo Mathias (Leonardo Sprengler). La visita del figlio Diego (Marco D'Amore), accompagnato dall'amico Edoardo (Francesco Di Leva), sconvolgerà un fragile equilibrio, facendo riemergere un oscuro passato.

Tre anni dopo lo stucchevole Lezioni di cioccolato (2007), Claudio Cupellini cambia drasticamente genere e approda al noir con venature di cronaca (il "caso rifiuti" in Campania), costruendo un film coraggioso e raggelante. Da una disturbante e apparentemente tranquilla immobilità di partenza, si passa a un inesorabile climax di angoscia, veicolato dal personaggio di Rosario: su di lui, uomo perseguitato da segreti inconfessabili, è concentrato il fulcro emotivo della vicenda, in un progressivo aumento di tensione che si fa a tratti insostenibile. Lo script non riesce a mantenere quella coerenza che caratterizza la prima parte, cadendo a tratti nel bozzettismo e nei cliché: in ogni caso, un'operazione di forte impatto emotivo, ammirevole grazie anche e soprattutto alla splendida prova di Toni Servillo. Notevoli musiche di Teho Teardo.
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