
Non uno di meno
Yi ge dou bu neng shao
Premi Principali

Leone d'oro alla Mostra del Cinema di Venezia 1999
Durata
106
Formato
Regista
In un villaggio della campagna cinese, una ragazzina di tredici anni (Wei Minzhi) viene scelta come supplente di un maestro elementare costretto ad assentarsi per qualche tempo dalla scuola in cui lavora. La giovane avrà una ricompensa in denaro se, al ritorno del maestro, ci siano ancora tutti gli alunni presenti prima della sua partenza.
Dopo alcuni mezzi passi falsi come La triade di Shanghai (1995) e Keep Cool (1999), Zhang Yimou torna a dirigere un dramma fortemente realistico con cui ritrova la verve creativa che aveva contraddistinto l'inizio della sua carriera. Il riferimento principale è La storia di Qiu Ju (1992), film con cui Non uno di meno ha più di un punto in comune, a partire da una protagonista costretta a fare un lungo viaggio, dalla campagna alla città, per potersi fare giustizia e ottenere ciò che vuole. Sorta di romanzo di formazione sullo sfondo di una Cina misera e rurale, il film unisce con successo un grande impegno contenutistico a una sceneggiatura godibile ed emozionante. Il finale, piuttosto edulcorato, stempera solo in parte lo spessore di un'opera significativa ed efficace, curata nella realizzazione e credibile nello svolgimento drammaturgico. Doveva essere presentata a Cannes nella sezione Un Certain Regard, ma Zhang Yimou, deciso ad andare in un concorso, si rifiutò di portarla sulla Croisette. Il film finì nella competizione della Mostra di Venezia, dove vinse il Leone d'oro.
Dopo alcuni mezzi passi falsi come La triade di Shanghai (1995) e Keep Cool (1999), Zhang Yimou torna a dirigere un dramma fortemente realistico con cui ritrova la verve creativa che aveva contraddistinto l'inizio della sua carriera. Il riferimento principale è La storia di Qiu Ju (1992), film con cui Non uno di meno ha più di un punto in comune, a partire da una protagonista costretta a fare un lungo viaggio, dalla campagna alla città, per potersi fare giustizia e ottenere ciò che vuole. Sorta di romanzo di formazione sullo sfondo di una Cina misera e rurale, il film unisce con successo un grande impegno contenutistico a una sceneggiatura godibile ed emozionante. Il finale, piuttosto edulcorato, stempera solo in parte lo spessore di un'opera significativa ed efficace, curata nella realizzazione e credibile nello svolgimento drammaturgico. Doveva essere presentata a Cannes nella sezione Un Certain Regard, ma Zhang Yimou, deciso ad andare in un concorso, si rifiutò di portarla sulla Croisette. Il film finì nella competizione della Mostra di Venezia, dove vinse il Leone d'oro.