The Ward – Il reparto
The Ward
Durata
89
Formato
Regista
Rinchiusa in un ospedale psichiatrico dopo aver dato fuoco a una fattoria, la giovane Kristen (Amber Heard) scopre che nella struttura risiede il fantasma di una ragazza: la presenza inizierà a dare la caccia a lei e alle altre internate.
Dopo l'esperienza televisiva di Masters of Horror (suoi Cigarette Burns – Incubo mortale e Pro-Life – Il seme del male), John Carpenter torna a lavorare per il grande schermo con un film che oscilla tra ghost-story e thriller psicologico. Affascinato dall'idea di poter raccontare una storia che rappresentasse il modo in cui le più grandi paure sono frutto della nostra stessa mente, Carpenter prende la sceneggiatura di Michael e Shawn Rasmussen e la trasforma in un'opera che è il giusto compromesso tra necessità autoriali e budget ridotto all' osso. Sono lontani i tempi in cui il regista americano riusciva a tenere alta la tensione dal primo all'ultimo minuto, ma The Ward riesce comunque a regalare diversi colpi di scena e a instillare nello spettatore una strisciante tensione, nonostante il ricorso un po' troppo insistito ai più collaudati cliché del genere horror. Efficaci la fotografia di Yaron Orbach e le musiche di Mark Kilian.
Dopo l'esperienza televisiva di Masters of Horror (suoi Cigarette Burns – Incubo mortale e Pro-Life – Il seme del male), John Carpenter torna a lavorare per il grande schermo con un film che oscilla tra ghost-story e thriller psicologico. Affascinato dall'idea di poter raccontare una storia che rappresentasse il modo in cui le più grandi paure sono frutto della nostra stessa mente, Carpenter prende la sceneggiatura di Michael e Shawn Rasmussen e la trasforma in un'opera che è il giusto compromesso tra necessità autoriali e budget ridotto all' osso. Sono lontani i tempi in cui il regista americano riusciva a tenere alta la tensione dal primo all'ultimo minuto, ma The Ward riesce comunque a regalare diversi colpi di scena e a instillare nello spettatore una strisciante tensione, nonostante il ricorso un po' troppo insistito ai più collaudati cliché del genere horror. Efficaci la fotografia di Yaron Orbach e le musiche di Mark Kilian.