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Wyatt Earp
Wyatt Earp
Durata
191
Formato
Regista
Vita e imprese del celebre sceriffo Wyatt Earp (Kevin Costner), votato alla giustizia fin dai suoi studi in legge, passato alla storia per aver affrontato a Tombstone la banda Clanton-McLaury-Claiborne al fianco dei fratelli Virgil (Michael Madsen) e Morgan (Linden Ashby) e del carismatico giocatore d'azzardo Doc Hollyday (Dennis Quaid) nella mitica sfida all'O.K. Corral (26 ottobre 1881).
Fluviale western di ampio respiro firmato da Lawrence Kasdan, che torna ad affrontare il genere a distanza di nove anni da Silverado (1985). E lo fa con una operazione a suo modo coraggiosa, che si propone di portare sullo schermo il mito della frontiera in anni in cui l'epopea del West sembrava ormai dimenticata (se si esclude il magnifico revisionismo testamentario di Eastwood ne Gli spietati, 1992). Pachidermica nella narrazione e prolissa nella sostanza, rimane una pellicola con tuti i limiti del biopic più convenzionale, con un'epica di fondo alquanto inamidata figlia di un cinema americano mainstream, quello della prima metà degli anni '90, che vive dei retaggi ideologici del decennio precedente e non ha ancora sufficiente autonomia per proiettarsi verso il nuovo millennio. Bello senz'anima, eccessivamente studiato a tavolino e, in definitiva, pleonastico se si considerano le innumerevoli volte in cui Wyatt Earp & co. sono già stati portati sullo schermo (con ben altro spessore). Quello che manca è uno sguardo personale sulle vicende private del protagonista e sul contesto storico: il fascino del paesaggio naturale e l'imponente messa in scena non bastano. Esiste anche una versione estesa di 212 minuti. Nomination all'Oscar per la sontuosa fotografia di Owen Roizman, musiche di James Newton Howard.
Fluviale western di ampio respiro firmato da Lawrence Kasdan, che torna ad affrontare il genere a distanza di nove anni da Silverado (1985). E lo fa con una operazione a suo modo coraggiosa, che si propone di portare sullo schermo il mito della frontiera in anni in cui l'epopea del West sembrava ormai dimenticata (se si esclude il magnifico revisionismo testamentario di Eastwood ne Gli spietati, 1992). Pachidermica nella narrazione e prolissa nella sostanza, rimane una pellicola con tuti i limiti del biopic più convenzionale, con un'epica di fondo alquanto inamidata figlia di un cinema americano mainstream, quello della prima metà degli anni '90, che vive dei retaggi ideologici del decennio precedente e non ha ancora sufficiente autonomia per proiettarsi verso il nuovo millennio. Bello senz'anima, eccessivamente studiato a tavolino e, in definitiva, pleonastico se si considerano le innumerevoli volte in cui Wyatt Earp & co. sono già stati portati sullo schermo (con ben altro spessore). Quello che manca è uno sguardo personale sulle vicende private del protagonista e sul contesto storico: il fascino del paesaggio naturale e l'imponente messa in scena non bastano. Esiste anche una versione estesa di 212 minuti. Nomination all'Oscar per la sontuosa fotografia di Owen Roizman, musiche di James Newton Howard.
