New York. Le persone cominciano a scomparire nella metropolitana e nelle fogne della Grande Mela: un team di scienziati capitanati dalla dotteressa Tyler (Mira Sorvino) scoprirà che un esperimento su degli insetti fatto anni prima ha avuto delle conseguenze impreviste.

Dopo l'interessante esordio con Cronos nel 1993, un elegante e barocco anti-horror, Guillermo del Toro viene cooptato da Hollywood e cerca di portare il suo stile favolistico e straniante nel genere slasher fantascientifico tipico dei b-movies a stelle e strisce: anche in questo caso il regista evita volontariamente i cliché del genere (spaventi propiziati con l'aumento improvviso del volume; violenza e azione), puntando maggiormente sulla creazione di un'atmosfera quasi da fumetto. Ma questa volta il giocattolo si rompe subito, tra il ridicolo involontario, un ritmo che latita a salire, e citazioni altisonanti della saga di Alien (la dott.ssa Tyler, come Ellen Ripley, non riesce ad avere figli, ma ha dato alla luce dei mostri). Con ogni probabilità, il peggiore film di Guillermo Del Toro che, negli anni successivi, riuscirà a risalire la china tornando sui territori a lui più affini: quelli del fanta-horror storico (La spina del diavolo, del 2001, e Il labirinto del fauno, del 2006) e del blockbuster per nerd (Hellboy, del 2004, e Pacific Rim, del 2013).