Rendez-vous
Rendez-vous
1985
Paese
Francia
Genere
Drammatico
Durata
82 min.
Formato
Colore
Regista
André Téchiné
Attori
Lambert Wilson
Juliette Binoche
Wadeck Stanczak
Jean-Louis Trintignant
Dominique Lavanant
Anne Wiazemsky
Jean-Louis Vitrac
Philippe Landoulsi
Nina (Juliette Binoche), giovane attrice, arriva a Parigi in cerca di fortuna. Ha il giusto fascino per attirare su di sé l'attenzione di molti uomini, ma cederà soltanto alle lusinghe di Quentin (Lambert Wilson), attore tormentato dal passato. Al cospetto della sua tragica morte, Nina verrà consolata dal regista (Jean-Louis Trintignant) che dirigeva e ossessionava Quentin, il quale le affiderà il ruolo da protagonista in una sua nuova produzione di Romeo e Giulietta. Miglior regia al 38º Festival di Cannes, Rendez-vous, settimo film di Téchiné ma il primo dei suoi ad uscire in Italia con regolare distribuzione, è scritto a quattro mani con Olivier Assayas, regista che tornerà a dirigere nel 2014 una matura ed esperta Juliette Binoche in Sils Maria, senza dimenticare la lezione techiniana che aveva avuto modo di esperire in prima persona. Oltre che essere una messa in scena incentrata sulle proiezioni ossessive ed erotiche dello sguardo maschile e spettatoriale, il vortice quasi zulawskiano in cui cade la protagonista nasce dallo scambio incosciente di ruoli invisibili e dall'identificazione coi fantasmi personali e culturali che ci inseguono fin dalla giovinezza, molto spesso non lasciandoci scampo anche col passare degli anni. Così, come sul palcoscenico shakespeariano, l'amore in gioventù è tale purché si sia nemici, lontani o rifiutati; il desiderio è perversione per l'umiliazione e lo stage fright non è che un rendez-vous con la morte. Téchiné punta gli occhi addosso alla Binoche, donna posseduta, dagli uomini e dai fantasmi, fatalmente incapace di ribaltare il proprio ruolo prefissato, ma la affianca alla performance accattivante e maledetta di Lambert Wilson e alla presenza sempre magnetica di Jean-Louis Trintignant, creando sullo schermo una dialettica spesso infuocata e molto interessante. Dissacrando ogni delicatezza e disattendendola puntualmente, e forse peccando di troppi intellettualismi, Téchiné riesce a provocare lo spettatore come pochi registi francesi della sua generazione, rigorosamente post Nouvelle Vague, hanno saputo fare.
Maximal Interjector
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