Jefferson in Paris
Jefferson in Paris
Durata
139
Formato
Regista
Ambasciatore in Francia negli anni immediatamente precedenti allo scoppio della rivoluzione francese, e prim'ancora di diventare Presidente degli Stati Uniti, Thomas Jefferson (Nick Nolte) si divide tra l'amore per un'affascinante artista (Greta Scacchi) e l'attrazione per la schiava Sally (Thandie Newton), che gli darà un figlio.
James Ivory ama le storie d'amore proibite in contesti eleganti e raffinati, le passioni sconvolgenti frenate da ambienti rigidi, la bella fattura di scene e costumi. È un compilatore e sa di esserlo, anche quando – come in questo caso – gioca direttamente con la storia. Rielabora in maniera avventurosa, incitato dalla sceneggiatura di Ruth Prawer Jhabvala, alcuni effettivi passaggi della biografia di Jefferson, soprattutto in merito alla relazione con Sally, mai arrivata sullo schermo: ne emerge un film inorganico, poco interessante e coeso, troppo lungo per essere godibile e troppo stringato per risultar memorabile. È macchiato, come molti altri film del suo autore, di lieve superficialità alterata in glaciale raffinatezza; ed è un peccato, perché Ivory non è uno sprovveduto e dirige con sicurezza i suoi attori, rendendo il tutto a tratti affascinante. In concorso alla 48° Festival di Cannes.
James Ivory ama le storie d'amore proibite in contesti eleganti e raffinati, le passioni sconvolgenti frenate da ambienti rigidi, la bella fattura di scene e costumi. È un compilatore e sa di esserlo, anche quando – come in questo caso – gioca direttamente con la storia. Rielabora in maniera avventurosa, incitato dalla sceneggiatura di Ruth Prawer Jhabvala, alcuni effettivi passaggi della biografia di Jefferson, soprattutto in merito alla relazione con Sally, mai arrivata sullo schermo: ne emerge un film inorganico, poco interessante e coeso, troppo lungo per essere godibile e troppo stringato per risultar memorabile. È macchiato, come molti altri film del suo autore, di lieve superficialità alterata in glaciale raffinatezza; ed è un peccato, perché Ivory non è uno sprovveduto e dirige con sicurezza i suoi attori, rendendo il tutto a tratti affascinante. In concorso alla 48° Festival di Cannes.