Tutti per 1 – 1 per tutti
2020
Paese
Italia
Genere
Commedia
Durata
90 min.
Formato
Colore
Regista
Giovanni Veronesi
Attori
Pierfrancesco Favino
Rocco Papaleo
Margherita Buy
Valerio Mastandrea
Sergio Rubini
D’Artagnan (Pierfrancesco Favino) e i suoi moschettieri Portos (Valerio Mastandrea) e Athos (Rocco Popaleo) si rimettono in sella ai loro destrieri per una nuova impresa. La Regina Anna d’Austria (Margherita Buy) ha infatti assegnato ai moschettieri un’ultima ma importante missione segreta.

Più che un sequel, una nuova storia con gli stessi personaggi rispetto al precedente Moschettieri del re, a due anni di distanza dal predecessore. L’idea di prendere i personaggi di Dumas sganciandoli dall’originale e riproponendoli, in chiave italiana, in un contesto comico, continua però a convincere a malapena, tanto che i protagonisti paiono scelti più per esigenza di cast tricolore all-star che per reale ispirazione ed esigenze espressive. L’andamento narrativo, rispetto al primo film, è ugualmente scalcagnato e rabberciato, le risate non sono pervenute e il senso dell’avventura è anch’esso decisamente latitante, ma quantomeno è evitato l’uso massiccio e cospicuo di droni a raccordare le diverse sequenze e c’è un’aria volutamente sbrindellata che impedisce alla storia e ai suoi caratteri di affossarsi ancora di più. Il grammelot francofono di Favino, che qui in una scena tenta addirittura anche la carta del gergo americano da ghetto, oltre che l’unico lampo transalpino, è la metonimia perfetta di una sceneggiatura che non sa bene a che santo votarsi e lavora sterilmente d’accumulo, seppur con un piglio giocoso che fa pensare che Veronesi vorrebbe, idealmente, mettere mano alla sua personale versione dell’Armata Brancaleone. Il modo di coniugare favola e attualità è tanto per cambiare forzatamente ecumenico, family e stucchevole, come testimonia il ruffiano prologo con bambini e mascherine per imporre la patina legata alla pandemia da Covid-19, mentre fa un po’ meglio il finale che, prima di precipitare rovinosamente con una sequenza scult sulle note de La cura di Franco Battiato e un omaggio totalmente fuori posto a un altro numero 1 (il portiere Gigi Buffon, omonimo del bimbo interpretato da Federico Ielapi, già interprete di Pinocchio per Garrone), si concede alcuni minuti più ispirati, in cui temi come l’assenza di fede, il sentirsi rinnegati e il romanticismo sdrucito e appassito dagli anni e dagli acciacchi fanno effettivamente capolino. Troppo poco, comunque, e troppo tardi. Uscito direttamente in tv a causa della pandemia di Coronavirus e presentato, come evento speciale di Natale, in prima serata tv su Sky il 25 dicembre 2020. 
Maximal Interjector
Browser non supportato.