Piccole sequenze si susseguono senza soluzione di continuità: da una ballerina che si rivelerà essere un uomo barbuto a un prestigiatore che esce da una bara, passando per una partita a scacchi, un gruppo di cacciatori, un funerale e un ottovolante.

Uno dei massimi manifesti del dadaismo sul grande schermo, è un tipico esempio di cinema sperimentale anti-narrativo che tanto andava di moda nel corso degli anni Venti tra le avanguardie. Dissacratorio e burlesco, è un cortometraggio divertente, all'insegna del nonsense, simbolo di un'epoca in cui il cinema era (anche) un sinonimo di grande libertà creativa. Da segnalare, però, che fu anche l'esordio di René Clair dietro la macchina da presa, successivamente uno dei massimi registi del cinema francese degli anni a venire. Venne concepito come intermezzo (questo il significato di Entr'acte) del balletto Relâche di Erik Satie e Francis Picabia. Satie compose la colonna sonora del film, Picabia lo descrisse così: «Entr'acte non crede in molte cose, se non forse nel piacere della vita; crede nel piacere dell'invenzione, e non rispetta nulla, oltre al desiderio di scoppiare a ridere». I giocatori di scacchi sono interpretati da Marcel Duchamp e Man Ray.
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