Sandro (Diego Abatantuono), regista e produttore di film porno a Ibiza, cerca di nascondere la sua attività quando arriva sull'isola la figlia Luce (Martina Stella). Nel frattempo, si rivede con l'ex amico Angelino (Sergio Rubini), che ha appena trovato una valigia con 4 chilogrammi di cocaina e cerca di smerciarla. Iniziano così i guai.

Dopo la pessima incursione nella fantascienza azzardata con Nirvana (1997) e quella altrettanto imbarazzante nel mondo dark di Denti (2000), Gabriele Salvatores prosegue un posticcio sperimentalismo di genere mettendosi alla prova con un film dalla narrazione non lineare, frutto di una tendenza modaiola che strizza l'occhio al cinema americano postmoderno. Non mancano inutili inquadrature spericolate, con zoom, dissolvenze e split screen a fare da cornice estetica a una sceneggiatura (firmata da Salvatores e Andrea Garello con la collaborazione di Ramón Salazar) in cui le sottotrame non si fondono in maniera convincente. Il risultato è un guazzabuglio narrativo che affastella una serie confusa di idee. Uno dei punti più bassi di tutta la carriera del regista.
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