
Turné
Durata
91
Formato
Regista
Federico (Fabrizio Bentivoglio) è innamorato di Vittoria (Laura Morante) la quale però ha iniziato una relazione con l'estroverso Dario (Diego Abatantuono), uno dei migliori amici di Federico. Per sentirsi a posto con la coscienza, Dario trova un impiego all'amico, all'oscuro del retroscena amoroso. Entrambi attori, partono insieme per una tournée teatrale che li vede impegnati ne Il giardino dei ciliegi di Anton Čechov. Si susseguiranno sorrisi e tensioni all'insegna di un'amicizia di lunga data.
Gabriele Salvatores torna al tema sul viaggio, stavolta attraverso l'Italia, dopo la parentesi in Marocco con Marrakech Express (1989), e mette di nuovo al centro della vicenda l'amicizia di vecchia data tra uomini, con la sua relativa evoluzione. All'interno di una pellicola intimista on the road dalla solida scrittura (sceneggiatura di Francesca Marciano, Fabrizio Bentivoglio e lo stesso Salvatores), il trio di interpreti ha trovato un riuscito equilibrio, segno di una evidente alchimia al di là della finzione cinematografica. Dialoghi brillanti che alternano commedia e dramma esistenziale, senza rinunciare a un pizzico di romanticismo. Semplice, lineare e autentica, la pellicola è anche una riuscita riflessione sulla maschera dell'attore: alcuni passaggi didascalici limitano soltanto in piccola parte il risultato finale. Presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes.
Gabriele Salvatores torna al tema sul viaggio, stavolta attraverso l'Italia, dopo la parentesi in Marocco con Marrakech Express (1989), e mette di nuovo al centro della vicenda l'amicizia di vecchia data tra uomini, con la sua relativa evoluzione. All'interno di una pellicola intimista on the road dalla solida scrittura (sceneggiatura di Francesca Marciano, Fabrizio Bentivoglio e lo stesso Salvatores), il trio di interpreti ha trovato un riuscito equilibrio, segno di una evidente alchimia al di là della finzione cinematografica. Dialoghi brillanti che alternano commedia e dramma esistenziale, senza rinunciare a un pizzico di romanticismo. Semplice, lineare e autentica, la pellicola è anche una riuscita riflessione sulla maschera dell'attore: alcuni passaggi didascalici limitano soltanto in piccola parte il risultato finale. Presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes.