Il giovane Cristiano (Alvaro Caleca) è cresciuto con il padre Rino (Filippo Timi), un uomo alcolizzato e violento ma molto legato al figlio, che ha preso a cuore Quattro Formaggi (Elio Germano), un ex collega mentalmente malato e ossessionato dalla pornostar Ramona. Quando perversioni e manie sessuali sfociano nell'omicidio, la situazione precipita.

Seconda collaborazione tra Gabriele Salvatores e lo scrittore Niccolò Ammaniti, a cinque anni di distanza da Io non ho paura (2003). Un degradante e disperato quadro che dipinge l'esistenza ai margini della società di tre personaggi bloccati nella loro condizione di disadattamento e condannati a uscire sconfitti nell'impietoso scontro con la vita. L'angoscia e la rabbia che alimentano la vicenda si intuiscono anche nella regia, dura e istintiva, che non riesce però a evitare diverse brusche cadute di stile. Il risultato è un lungometraggio altalenante che alterna momenti di stanca e sequenze efficaci, interessanti soluzioni audiovisive e momenti di maniera. Un po' in calo con il passare dei minuti.
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