Il professore Filip Filippovic (Max von Sydow) e il suo assistente Ivan Bormental (Mario Adorf) trapiantano organi vitali di un uomo da poco deceduto all'interno del corpo di un cane. L'ibrido (Cochi Ponzoni), sorprendentemente, avrà fattezze umane ma comportamenti più animaleschi e metterà in difficoltà i due scienziati.

Tratto dall'omonimo romanzo di Michail Afanas'eviÄ Bulgakov, Cuore di cane è uno dei titoli meno felici ma più audaci della carriera di Alberto Lattuada. Il cineasta prova a cimentarsi in una commedia dai toni buffi e scanzonati, basandosi su un soggetto tutt'altro che convenzionale. Una parodia allegorica della borghesia (russa) e della sua burocrazia, dove a prevalere è la componente satirica e di denuncia sociale, con cui il regista lombardo non rivela grande familiarità. Il suo sguardo a favore degli ultimi (il personaggio interpretato da Cochi Ponzoni ne è un chiaro rimando), o la critica contro la materia scientifica che in nome del progresso è disposta a non curarsi delle conseguenze delle sue scelte, funzionano solo fino a un certo punto.
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