Anni di piombo
Die bleierne Zeit
Durata
106
Formato
Regista
Germania, anni 70. I destini di due sorelle vengono segnati quando una di loro, Marianne (Barbara Sukowa), entra a far parte di un gruppo armato di matrice terroristica. Viene arrestata e poi trovata morta in cella, ma l'altra sorella – la giornalista femminista Julianne (Jutta Lempre) – non crederà all'ipotesi di suicidio. Attorno a lei, però, troverà solo il disinteresse dell'opinione pubblica.
Ispirato alla vita delle sorelle Christiane e Gudrun Ensslin (quest'ultima membro attivo della Banda Baader-Meinhof), il film – tra i risultati più felici della carriera della berlinese von Trotta – riesce a fondere con fascinosi risultati le istanze femministe della regista, il suo formalismo a tratti efficace e una concezione della Storia come fiume ineluttabile di severità e dolore. Un'opera, quella di von Trotta, di spietata modernità: Anni di piombo è un titolo rancoroso e lancinante, che beneficia del talento dell'autrice nel contrapporre personaggi femminili empiricamente diversi tra loro traendone, in questo caso, incantevole lirismo. Ed è subito una riflessione incessante sulle colpe e sul perdono. Vincitore del Leone d'oro alla 38ª Mostra del Cinema di Venezia. Jutta Lampe e Barbara Sukowa in stato di assoluta (dis)grazia.
Ispirato alla vita delle sorelle Christiane e Gudrun Ensslin (quest'ultima membro attivo della Banda Baader-Meinhof), il film – tra i risultati più felici della carriera della berlinese von Trotta – riesce a fondere con fascinosi risultati le istanze femministe della regista, il suo formalismo a tratti efficace e una concezione della Storia come fiume ineluttabile di severità e dolore. Un'opera, quella di von Trotta, di spietata modernità: Anni di piombo è un titolo rancoroso e lancinante, che beneficia del talento dell'autrice nel contrapporre personaggi femminili empiricamente diversi tra loro traendone, in questo caso, incantevole lirismo. Ed è subito una riflessione incessante sulle colpe e sul perdono. Vincitore del Leone d'oro alla 38ª Mostra del Cinema di Venezia. Jutta Lampe e Barbara Sukowa in stato di assoluta (dis)grazia.