Breve incontro
Brief Encounter
Durata
86
Formato
Regista
Laura (Celia Johnson) e Alec (Trevor Howard) s'incontrano per caso nella stazione di una cittadina in cui, per motivi diversi, si recano ogni giovedì. Tra i due nasce un amore intenso e appassionato, ostacolato dal fatto che entrambi sono sposati.
Il quarto film di David Lean segna una svolta importante nella carriera del regista inglese. Come in La famiglia Gibbon (1944) e Spirito allegro (1945), sceglie di adattare un testo teatrale di Noël Coward (qui produttore), l'atto unico Still Life. Sceneggiato dallo stesso Lean insieme ad Anthony Havelock-Allan e Ronald Neame, non è solo uno dei suoi migliori film in assoluto e la sua definitiva prova di maturità, ma anche un classico imprescindibile del cinema sentimentale di tutti i tempi. Accompagnato dal concerto per piano n. 2 di Rachmaninov come tema portante, è un lungometraggio straordinario per molti motivi: la struggente intensità dei suoi dialoghi così puri e autentici, la messa in scena efficace nella sua essenzialità, la modernità della sua struttura narrativa (geniale la scelta di partire dal finale per poi raccontare attraverso un flashback), lo scavo psicologico della straordinaria protagonista femminile. Minuto dopo minuto, ci emozioniamo, soffriamo, amiamo con lei. Gran Prix al 1° Festival di Cannes nel 1946. Fu rifatto nel 1974 in un tv movie diretto da Alan Bridges, con Sophia Loren e Richard Burton.
Il quarto film di David Lean segna una svolta importante nella carriera del regista inglese. Come in La famiglia Gibbon (1944) e Spirito allegro (1945), sceglie di adattare un testo teatrale di Noël Coward (qui produttore), l'atto unico Still Life. Sceneggiato dallo stesso Lean insieme ad Anthony Havelock-Allan e Ronald Neame, non è solo uno dei suoi migliori film in assoluto e la sua definitiva prova di maturità, ma anche un classico imprescindibile del cinema sentimentale di tutti i tempi. Accompagnato dal concerto per piano n. 2 di Rachmaninov come tema portante, è un lungometraggio straordinario per molti motivi: la struggente intensità dei suoi dialoghi così puri e autentici, la messa in scena efficace nella sua essenzialità, la modernità della sua struttura narrativa (geniale la scelta di partire dal finale per poi raccontare attraverso un flashback), lo scavo psicologico della straordinaria protagonista femminile. Minuto dopo minuto, ci emozioniamo, soffriamo, amiamo con lei. Gran Prix al 1° Festival di Cannes nel 1946. Fu rifatto nel 1974 in un tv movie diretto da Alan Bridges, con Sophia Loren e Richard Burton.