Brooklyn's Finest
Brooklyn's Finest
Durata
132
Formato
Regista
Le vicende di tre agenti del Distretto 65, nei pressi di Brooklyn. Eddie (Richard Gere) è prossimo alla pensione dopo ventidue anni di onesto servizio; Tango (Don Cheadle) è un detective sotto copertura infiltrato in una banda di narcotrafficanti; Sal (Ethan Hawke) tenta di intascarsi il denaro reperito nelle retate per mantenere la numerosa famiglia.
Thriller a sfondo drammatico diretto da Antoine Fuqua, che mira a delineare gli intricati legami tra polizia e criminalità. A detta del regista stesso, il personaggio di Sal potrebbe essere considerato come una sorta di evoluzione del Jake Hoyt di Training Day (2001), ma il vorticoso e torbido intreccio, che vorrebbe riflettere sugli scottanti temi della giustizia e dell'errore, cade spesso negli eccessi gratuiti: le premesse, come spesso nel cinema di Fuqua, sono quelle adatte per firmare un buon lungometraggio, ma le aspettative vengono presto disattese e i vecchi cliché del genere contribuiscono a permeare il tutto di retorica e banalità. I personaggi, inoltre, non vengono analizzati in maniera coerente: delineati sì da uno spessore psicologico considerevole, ma incapaci di amalgamarsi alla tela del film, implodono sulla scena. Se Don Cheadle riesce a spiccare nel trio dei protagonisti per intensità, Richard Gere è troppo affranto in un ruolo allegorico (attore utilizzato e poi gettato via dal sistema hollywoodiano) della sua carriera cinematografica. Un film gratuitamente duro e sporco, incapace di trasmettere la sensazione di disagio che scaturisce dallo squallore di certi quartieri metropolitani: affabulatore e poco convincente. In Italia è uscito direttamente per il mercato home video.
Thriller a sfondo drammatico diretto da Antoine Fuqua, che mira a delineare gli intricati legami tra polizia e criminalità. A detta del regista stesso, il personaggio di Sal potrebbe essere considerato come una sorta di evoluzione del Jake Hoyt di Training Day (2001), ma il vorticoso e torbido intreccio, che vorrebbe riflettere sugli scottanti temi della giustizia e dell'errore, cade spesso negli eccessi gratuiti: le premesse, come spesso nel cinema di Fuqua, sono quelle adatte per firmare un buon lungometraggio, ma le aspettative vengono presto disattese e i vecchi cliché del genere contribuiscono a permeare il tutto di retorica e banalità. I personaggi, inoltre, non vengono analizzati in maniera coerente: delineati sì da uno spessore psicologico considerevole, ma incapaci di amalgamarsi alla tela del film, implodono sulla scena. Se Don Cheadle riesce a spiccare nel trio dei protagonisti per intensità, Richard Gere è troppo affranto in un ruolo allegorico (attore utilizzato e poi gettato via dal sistema hollywoodiano) della sua carriera cinematografica. Un film gratuitamente duro e sporco, incapace di trasmettere la sensazione di disagio che scaturisce dallo squallore di certi quartieri metropolitani: affabulatore e poco convincente. In Italia è uscito direttamente per il mercato home video.