Roma, 1823. Un'aristocratica romana (Sandra Milo) ha una storia d'amore con un esponente della Carboneria (Laurent Terzieff). Lei, avendo paura di perdere il compagno, finirà per denunciare i suoi amici.

Piccolo film di Rossellini, in piena fase di addomesticamento televisivo e istituzionale, che dopo Viva l'Italia (1961) continua la sua rievocazione del Risorgimento in occasione dei 100 anni dall'unificazione. Lo fa portando sullo schermo l'omonimo racconto di Stendhal, cercando di mostrare la collisione tra passione politico-ideologica e passione amorosa, in un'epoca di grandi slanci retorici ed emotivi in entrambi i campi (siamo in pieno Romanticismo italiano). Tuttavia il risultato è poco coeso e l'approccio didattico-pedagogico (che funzionerà in altri film, vedi La presa del potere da parte di Luigi XIV del 1966) nuoce gravemente alla rappresentazione di un'umanità così ardimentosa e focosa.
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