La salita e la conseguente caduta di Adolf Redl (Klaus Maria Brandauer), ufficiale asburgico disposto a tutto pur di fare carriera. Nominato a capo dei servizi segreti austro-ungarici, subirà un ricatto causato dalla sua omosessualità e finirà per diventare una spia dei russi. Una volta scoperto, dovrà compiere un gesto estremo per evitare lo scandalo.

Ambientato alla vigilia della Prima guerra mondiale, Il colonnello Redl è una maestosa riflessione sul confronto tra un essere umano e gli incontrollabili eventi storici che lo circondano. Prendendo spunto da un dramma teatrale di John Osborne, intitolato Un patriota per me, Szabó adatta (insieme a Peter Dobai) e dirige un dramma sentito e personale, incentrato sul disfacimento di un impero e sulla degenerazione dei valori che hanno accompagnato il suo tramonto. Klaus Maria Brandauer, nuovamente al lavoro con il regista ungherese dopo Mephisto (1981), dà magnificamente corpo e volto all'ambiguo personaggio principale, uomo zelante e ambizioso, impeccabile nei modi ma ugualmente vittima delle proprie debolezze. La strepitosa fotografia di Lajos Koltai fa il resto. Vincitore del Premio della giuria al 38° Festival di Cannes.
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