Concorrenza sleale
Durata
110
Formato
Regista
Roma. Negli anni del Fascismo, in una strada della capitale, lavorano Leone (Sergio Castellitto) e Umberto (Diego Abatantuono), entrambi venditori di stoffe e abiti sartoriali. Le loro famiglie vanno d'amore e d'accordo, ma è tra i capifamiglia che non corre buon sangue. La loro rivalità, però, verrà meno dopo la promulgazione delle leggi razziali: la famiglia di Leone, infatti, è ebrea.
Nella prolifica carriera di Scola non mancano i ricorsi storici: Romanzo di un giovane povero (1995) è girato nello stesso set di Una giornata particolare (1977) pellicola citata, tramite la voce radiofonica, anche dal successivo La famiglia (1987) e che ricorre pure in Concorrenza sleale. Il paragone per somiglianze tematiche e storiche, quindi, viene automatico; purtroppo il film perde totalmente il “match” col passato. Salvata la discreta prova di Abatantuono, dolce e irruente al contempo, e una calda sobrietà nel narrare, Concorrenza sleale risulta debole e poco incisivo. Non mancano momenti di sincera commozione ma, nel complesso, sullo stesso tema l'autore campano ha regalato pellicole decisamente più interessanti. Approssimativa anche la scrittura dei personaggi, non particolarmente curata; il risultato è più televisivo che cinematografico.
Nella prolifica carriera di Scola non mancano i ricorsi storici: Romanzo di un giovane povero (1995) è girato nello stesso set di Una giornata particolare (1977) pellicola citata, tramite la voce radiofonica, anche dal successivo La famiglia (1987) e che ricorre pure in Concorrenza sleale. Il paragone per somiglianze tematiche e storiche, quindi, viene automatico; purtroppo il film perde totalmente il “match” col passato. Salvata la discreta prova di Abatantuono, dolce e irruente al contempo, e una calda sobrietà nel narrare, Concorrenza sleale risulta debole e poco incisivo. Non mancano momenti di sincera commozione ma, nel complesso, sullo stesso tema l'autore campano ha regalato pellicole decisamente più interessanti. Approssimativa anche la scrittura dei personaggi, non particolarmente curata; il risultato è più televisivo che cinematografico.