Si racconta di gioie e dolori, fasti e crisi del cinema Splendor, ad Arpino, nella provincia di Frosinone. Jordan (Marcello Mastroianni), che ha difeso la sala con passione, è sconfortato per la sua imminente chiusura. A ritroso, rivediamo la storia dello Splendor dal Fascismo in avanti, raccontata anche attraverso gli occhi del giovane proiezionista Luigi (Massimo Troisi) e della maschera di sala Chantal (Marina Vlady).

Uscito appena un anno dopo Nuovo cinema paradiso (1988), Splendor ha più di una similitudine con il premiato lungometraggio di Tornatore, ma il confronto risulta del tutto impari. Scola fa dialogare il colore e il bianco e nero, ma le suggestioni visive sono poche e la confezione non più che discreta. Accorata e sentita la polemica verso la tv che avanza e il profitto che distrugge la programmazione di qualità a favore della quantità d'incasso: non basta però a valorizzare un progetto che coinvolge raramente e che si dimentica in fretta. Da segnalare, in ogni caso, la bella carrellata di capolavori del cinema italiano e internazionale, utili a evidenziare il passaggio da un decennio all'altro: da La vita è meravigliosa(1946) di Frank Capra a Effetto notte (1973) di François Truffaut passando per La dolce vita di Fellini (1960), già citato da Scola in modo brillante in C'eravamo tanto amati (1974).
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