Dalle fantasie erotiche di una postina ai rapporti sadomaso con un feticcio: la ricerca del piacere da parte di una serie di eccentrici cittadini di Praga.

Jan Švankmajer intelaia il suo film più teorico e complesso: cinema ideologicamente estraneo alla parola ma mai muto. Le sonorità deformate restituiscono il caos ribollente di cui siamo fatti. Cospiratori del piacere indaga le pulsioni sotterranee di ogni essere umano senza tentare di razionalizzarle o sintetizzarle: nel farlo mescola suggestioni surrealiste con quell'antica, aristotelica, convinzione per cui ogni uomo non ricerca altro che l'ottenimento del proprio piacere. In mezzo ci sono suggestioni feticiste, inni sfrenati all'onanismo e odi visionarie alla forza vivificante della sessualità emancipata. Suggestivo e di grande fascino, una summa del cinema del suo autore: alcuni potrebbero rifiutarlo, ma se si riesce a entrare nella poetica di Švankmajer è un'opera che si fatica a dimenticare.
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