Un tram che si chiama Desiderio
A Streetcar Named Desire
Premi Principali
Coppa Volpi per la miglior attrice alla Mostra del Cinema di Venezia 1951
Oscar alla miglior attrice protagonista 1952
Golden Globe alla miglior attrice in un film 1952
Durata
122
Formato
Regista
Dopo una serie di film incentrati prevalentemente su temi sociali e liberal, Elia Kazan si cimenta per la prima volta con la grande letteratura e adatta il celeberrimo dramma di Tennessee Williams, uno degli autori di punta del teatro americano. Fu lo stesso Williams a scrivere la sceneggiatura con Oscar Saul (espungendo gli elementi più scabrosi), mentre il cast fu formato dai medesimi attori che avevano interpretato i ruoli sul palcoscenico con l'eccezione di Jessica Tandy, sostituita da Vivien Leigh. Ne esce un adattamento cinematografico di innegabile potenza, grazie alla forte carica di carnalità e violenza e all'atmosfera claustrofobica accentuata dai chiaroscuri della cupa fotografia di Harry Stradling. Vivien Leigh è stupenda, ma la vera sorpresa è Brando (lanciato l'anno prima da Il mio corpo ti appartiene di Fred Zinneman), il cui talento esplode definitivamente bucando lo schermo. Il suo carnale e animalesco Stanley Kowalski in t-shirt bianca è un'icona indimenticabile: la scena dell'urlo disperato a Stella è un momento di irresistibile sensualità che spesso viene inopinatamente tagliato nei passaggi televisivi italiani. Quattro Oscar: Miglior attrice (Leigh), attore non protagonista (Malden), attrice non protagonista (Hunter) e scenografia. Marlon restò a bocca asciutta a vantaggio di Humphrey Bogart (premiato per La regina d'Africa di John Huston) ma si rifarà in futuro.