
I due toreri
Durata
115
Formato
Regista
I cugini Franco e Ciccio Scontentezza (Franco Franchi e Ciccio Ingrassia), contadini siciliani, mettono da parte le loro divergenze e accettano di coltivare una qualità speciale di insalata. Iniziano presto a venderla ai loro compaesani, ignorando che si tratti di marijuana. I due cugini saranno invitati in Spagna dal capo di una banda di spacciatori e saranno costretti a spacciarsi per toreri per scampare alle numerose vicissitudini in cui si ritrovano coinvolti.
Il modello di riferimento è Fifa e arena (1948), ma il risultato è maldestro e innocuo. Lo schema narrativo è prevedibile e pressoché identico a gran parte della filmografia del duo comico (il solito stanco campionario di false identità, incomprensioni linguistiche, esotismo sterile, idiozia e ingenuità usati come strumenti per sbrogliare le più ingarbugliate matasse) con poche e non certo significative variazioni. Non mancano i momenti divertenti (tutta la parte “spionistica” è la più sofisticata e meno banale e culmina nella scena dell'assalto notturno in cui Franco e Ciccio assalgono i loro superiori scambiandoli per delle ragazze), ma la durata eccessiva e non funzionale alla esilità del soggetto rende il tutto sfilacciato e ripetitivo, alla lunga noioso e poco efficace (il tormentone-equivoco Marijuana/Maria Giovanna, ad esempio, stanca presto, perdendo la sua già scarsa incisività).
Il modello di riferimento è Fifa e arena (1948), ma il risultato è maldestro e innocuo. Lo schema narrativo è prevedibile e pressoché identico a gran parte della filmografia del duo comico (il solito stanco campionario di false identità, incomprensioni linguistiche, esotismo sterile, idiozia e ingenuità usati come strumenti per sbrogliare le più ingarbugliate matasse) con poche e non certo significative variazioni. Non mancano i momenti divertenti (tutta la parte “spionistica” è la più sofisticata e meno banale e culmina nella scena dell'assalto notturno in cui Franco e Ciccio assalgono i loro superiori scambiandoli per delle ragazze), ma la durata eccessiva e non funzionale alla esilità del soggetto rende il tutto sfilacciato e ripetitivo, alla lunga noioso e poco efficace (il tormentone-equivoco Marijuana/Maria Giovanna, ad esempio, stanca presto, perdendo la sua già scarsa incisività).