È primavera…
Durata
92
Formato
Regista
Beppe (Mario Angelotti) è un umile e simpatico fiorentino trasferitosi a Catania per il servizio militare. Qui si sposa con Maria Antonia (Elena Varzi), dalla quale però dovrà separarsi a causa di un trasferimento a Milano. Per consolarsi lontano dalla sua amata, conosce e sposa Lucia (Irene Genna): quando Maria Antonia, insospettita, si reca a Milano, viene a conoscenza della tresca e cerca di uccidere la sua rivale in amore.
Secondo capitolo dell'ideale “trilogia della povera gente” di Renato Castellani, che segue Sotto il sole di Roma (1948) e precede Due soldi di speranze (1952), È primavera… racconta una storia lontana dagli stilemi più neorealistici riconducibili al primo capitolo del trittico. L'opera, infatti, abbandona del tutto la componente più drammatica ed emotiva per focalizzare la sua attenzione su una linea comica di maggior spicco. Castellani non è interessato alla realtà (seppur non la snobbi, come dimostrano le sequenze ambientate in Sicilia, calzanti e mai stereotipate) ma si concentra piuttosto su una trasfigurazione spiritosa di essa. Il film funziona e diverte, nonostante rimanga lontano dalle vette del cinema di allora. Ideale per una visione senza troppe pretese. Nastro d'Argento alla sceneggiatura di Suso Cecchi D'Amico, Cesare Zavattini e lo stesso Castellani.
Secondo capitolo dell'ideale “trilogia della povera gente” di Renato Castellani, che segue Sotto il sole di Roma (1948) e precede Due soldi di speranze (1952), È primavera… racconta una storia lontana dagli stilemi più neorealistici riconducibili al primo capitolo del trittico. L'opera, infatti, abbandona del tutto la componente più drammatica ed emotiva per focalizzare la sua attenzione su una linea comica di maggior spicco. Castellani non è interessato alla realtà (seppur non la snobbi, come dimostrano le sequenze ambientate in Sicilia, calzanti e mai stereotipate) ma si concentra piuttosto su una trasfigurazione spiritosa di essa. Il film funziona e diverte, nonostante rimanga lontano dalle vette del cinema di allora. Ideale per una visione senza troppe pretese. Nastro d'Argento alla sceneggiatura di Suso Cecchi D'Amico, Cesare Zavattini e lo stesso Castellani.