Roma, Seconda guerra mondiale. Ciro (Oscar Blando) è un adolescente scansafatiche che, mentre i suoi genitori (Ferruccio Tozzi e Maria Tozzi) lavorano duramente, trascorre le giornate con il suo poco raccomandabile gruppo di amici. Fatto prigioniero dai nazisti, il ragazzo riesce però a scappare. Ma la lezione sembra non essergli bastata per mettere la testa a posto.

Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia (dove si aggiudicò il Premio come miglior film italiano e la Coppa ANICA), Sotto il sole di Roma è il primo capitolo della cosiddetta "trilogia della povera gente" diretta da Renato Castellani, completata dai successivi È primavera… (1950) e Due soldi di speranza (1952). Profondamente calata nella corrente neorealista, seppur già tendente al Neorealismo rosa, un'opera decisamente buffa e scanzonata che, seppur non si privi mai di una certa atmosfera drammatica di fondo, ha comunque in prima istanza l'obiettivo di divertire e far sorridere lo spettatore. Castellani dirige il tutto con la solita perizia, anche se non prova mai a rischiare più del dovuto. Nel cast un Alberto Sordi agli esordi impegnato in una insolita parte drammatica.
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