Alla fine della guerra di secessione americana, il capitano Montgomery Brown detto Ringo (Giuliano Gemma) fa ritorno alla propria città natale, dove in realtà è creduto morto. Qui la situazione è precipitata e fuorilegge messicani spadroneggiano fra rapine e violenze: l'uomo dovrà imbracciare le armi per difendere la propria famiglia e ristabilire la pace.

Il ritorno di Ringo fu, a dispetto del titolo, realizzato precedentemente rispetto a Una pistola per Ringo uscito nel 1965 sempre a firma di Duccio Tessari. Il regista e la produzione infatti decisero di sfruttare l'onda del successo della prima pellicola, con protagonista Giuliano Gemma (sotto lo pseudonimo di Montgomery Wood), e riadattarono il titolo del successivo film, narrativamente scollegato, ad uso e consumo del pubblico. Sorta di epopea western in tono dimesso: nonostante un soggetto sulla carta interessante, tangibile richiamo alle vicende narrate nell'Odissea di Omero, con l'eroe costretto a celare la propria identità al ritorno dalla guerra presso una patria invasa, il film risulta ben poco epico ed è inseribile nel cospicuo calderone di spaghetti western minori degli anni Sessanta, poveri di contenuti tematici e stilistici. Scritto da Duccio Tessari e Fernando Di Leo; colonna sonora di Ennio Morricone.
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