Frenzy
Frenzy
Durata
116
Formato
Regista
Un killer seriale (Barry Foster) terrorizza Londra uccidendo le sue vittime, tutte donne, con una cravatta. La polizia ha un sospetto e incrimina l'ex pilota disoccupato Richard Blaney (Jon Fich), ma l'ipotesi si rivela sbagliata e sarà lo stesso Blaney a trovare il vero colpevole.
Dopo vent'anni, Hitchcock torna a lavorare per una produzione inglese e ritrova la freschezza dei suoi tempi migliori. Frenzy è un thriller ad alta tensione, fluido e ricco di interessanti dettagli psicologi sulle ragioni che spingono il maniaco omicida a uccidere, moderno nella rappresentazione della violenza (elemento tutto sommato insolito nella filmografia hitchcockiana), più esplicito, crudo e spiazzante. Penultimo film del maestro del brivido, è in assoluto il titolo più interessante e riuscito dell'ultima fase della sua carriera: dopo alcuni mezzi passi falsi, evita qualsiasi calo o vuoto di sceneggiatura costruendo un prodotto credibile e segnato da un ottimo ritmo. Vedendolo, si ha la sensazione che sul set Hitchcock abbia “slacciato la cravatta”, divertendosi non poco a realizzarlo. La notevole sequenza iniziale è una divertita autocitazione da Il pensionante (1926), uno dei titoli di maggior successo della produzione inglese del regista. La sceneggiatura è firmata dal grande drammaturgo Anthony Shaffer, adattando il romanzo di Arthur La Bern Goodbye Piccadilly, Farewell Leicester Square e sostituendo Vladimir Nabokov, inizialmente scritturato come sceneggiatore. Hitchcock compare tra gli spettatori di un comizio ed è l'unico che non applaude.
Dopo vent'anni, Hitchcock torna a lavorare per una produzione inglese e ritrova la freschezza dei suoi tempi migliori. Frenzy è un thriller ad alta tensione, fluido e ricco di interessanti dettagli psicologi sulle ragioni che spingono il maniaco omicida a uccidere, moderno nella rappresentazione della violenza (elemento tutto sommato insolito nella filmografia hitchcockiana), più esplicito, crudo e spiazzante. Penultimo film del maestro del brivido, è in assoluto il titolo più interessante e riuscito dell'ultima fase della sua carriera: dopo alcuni mezzi passi falsi, evita qualsiasi calo o vuoto di sceneggiatura costruendo un prodotto credibile e segnato da un ottimo ritmo. Vedendolo, si ha la sensazione che sul set Hitchcock abbia “slacciato la cravatta”, divertendosi non poco a realizzarlo. La notevole sequenza iniziale è una divertita autocitazione da Il pensionante (1926), uno dei titoli di maggior successo della produzione inglese del regista. La sceneggiatura è firmata dal grande drammaturgo Anthony Shaffer, adattando il romanzo di Arthur La Bern Goodbye Piccadilly, Farewell Leicester Square e sostituendo Vladimir Nabokov, inizialmente scritturato come sceneggiatore. Hitchcock compare tra gli spettatori di un comizio ed è l'unico che non applaude.