La gente mormora
People will talk
Durata
110
Formato
Regista
Noah Praetorius (Cary Grant) è un ginecologo decisamente anticonformista, molto apprezzato dai suoi pazienti. Quando una sua allieva, Deborah (Jeanne Crain), scopre di essere incinta e tenta il suicidio, Noah decide di sposarla. Il matrimonio con una ragazza madre e i successi come medico suscitano l'invidia del dottor Elwell (Hume Cronyn) che tenta in tutti i modi di screditare Praetorius, mettendo in luce soprattutto l'amicizia di quest'ultimo con l'ambiguo Shunderson (Finlay Currie).
Adattamento della commedia teatrale Dr Praetorius di Kurt Goetz, un'opera in cui Mankiewicz sa coniugare sapientemente ironia e dramma, unendo toni agrodolci a uno sguardo mai banale sull'ipocrisia umana e sempre originale, sagace e incisivo. La vita come grande messa in scena e come occultamento di un passato velatamente oscuro (o almeno presunto tale) è uno dei grandi temi della poetica dell'autore declinato in questa circostanza con una leggerezza sofisticata e un gusto per la narrazione decisamente godibili. Ma il film è anche un feroce atto d'accusa verso l'ottusità istituzionale con evidenti rimandi alla caccia alle streghe del periodo maccartista che coinvolse numerosi esponenti del cinema americano dell'epoca. Il clima di sospetto, delazione, invidia e istinto alla prevaricazione attraverso calunnie e meschinità sono raccontati con un invidiabile equilibrio tra indignazione e divertita messa alla berlina della viltà e della piccineria morale di individui egoisti, spiazzati e spaventati dalla generosità disinteressata di Praetorious. Impeccabile Cary Grant nei panni del protagonista, mentre Hume Cronyn è memorabile nei panni di un livoroso accademico, integerrimo e incapace di riconoscere il talento del giovane collega. Delizioso anche il cast di comprimari, a partire dalla co-protagonista femminile Jeanne Crain.
Adattamento della commedia teatrale Dr Praetorius di Kurt Goetz, un'opera in cui Mankiewicz sa coniugare sapientemente ironia e dramma, unendo toni agrodolci a uno sguardo mai banale sull'ipocrisia umana e sempre originale, sagace e incisivo. La vita come grande messa in scena e come occultamento di un passato velatamente oscuro (o almeno presunto tale) è uno dei grandi temi della poetica dell'autore declinato in questa circostanza con una leggerezza sofisticata e un gusto per la narrazione decisamente godibili. Ma il film è anche un feroce atto d'accusa verso l'ottusità istituzionale con evidenti rimandi alla caccia alle streghe del periodo maccartista che coinvolse numerosi esponenti del cinema americano dell'epoca. Il clima di sospetto, delazione, invidia e istinto alla prevaricazione attraverso calunnie e meschinità sono raccontati con un invidiabile equilibrio tra indignazione e divertita messa alla berlina della viltà e della piccineria morale di individui egoisti, spiazzati e spaventati dalla generosità disinteressata di Praetorious. Impeccabile Cary Grant nei panni del protagonista, mentre Hume Cronyn è memorabile nei panni di un livoroso accademico, integerrimo e incapace di riconoscere il talento del giovane collega. Delizioso anche il cast di comprimari, a partire dalla co-protagonista femminile Jeanne Crain.